È finalmente in corso di stampa l’edizione critica e commentata, curata da Davide Esposito, dei Vulgaria fragmenta di Domizio Brocardo, uno dei più autorevoli rappresentanti dell’avanguardia petrarchista di inizio ’400. Tra gli aspetti più delicati del lavoro, si poneva il necessario confronto con importanti questioni attributive sollevate da alcuni studiosi. Roberto Leporatti, in particolare, negando a Brocardo la paternità di alcuni testi accolti nei Vulgaria fragmenta, è giunto a presentare il rimatore padovano come caso esemplare di lirico quattrocentesco propenso a « indebite appropriazioni » di componimenti altrui. Questo contributo, attraverso un’analisi sistematica della tradizione dei testi implicati, e del ruolo strutturale ad essi assegnato all’interno del canzoniere brocardiano, si propone di smentire tale conclusione, dimostrando l’infondatezza di ogni ipotesi di «appropriazione» formulata a carico dell’autore.
Su alcuni non convincenti «casi di appropriazione» attribuiti a Domizio Brocardo / Pantani, Italo. - In: FILOLOGIA E CRITICA. - ISSN 0391-2493. - XLVI:3(2021), pp. 245-284.
Su alcuni non convincenti «casi di appropriazione» attribuiti a Domizio Brocardo
Italo Pantani
2021
Abstract
È finalmente in corso di stampa l’edizione critica e commentata, curata da Davide Esposito, dei Vulgaria fragmenta di Domizio Brocardo, uno dei più autorevoli rappresentanti dell’avanguardia petrarchista di inizio ’400. Tra gli aspetti più delicati del lavoro, si poneva il necessario confronto con importanti questioni attributive sollevate da alcuni studiosi. Roberto Leporatti, in particolare, negando a Brocardo la paternità di alcuni testi accolti nei Vulgaria fragmenta, è giunto a presentare il rimatore padovano come caso esemplare di lirico quattrocentesco propenso a « indebite appropriazioni » di componimenti altrui. Questo contributo, attraverso un’analisi sistematica della tradizione dei testi implicati, e del ruolo strutturale ad essi assegnato all’interno del canzoniere brocardiano, si propone di smentire tale conclusione, dimostrando l’infondatezza di ogni ipotesi di «appropriazione» formulata a carico dell’autore.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.