Recensione a M. R. Loddo, Patografie: corpi, voci, trame, Mimesis, 2020

Patografie: voci, corpi, trame di Mariarosa Loddo si configura fin dalle prime pagine come uno strumento imprescindibile nel panorama italiano per riflettere non solo sulle ripercussioni del narrative turn in medicina, e di conseguenza sull’importanza che le storie assumono nelle scritture autobiografiche sulla malattia, ma soprattutto sulla comparsa della scrittura patografica intesa come pratica di narrazione letteraria tipicamente postmoderna e pertanto coincidente con «un testo scritto, esteso, di natura narrativa, in cui l’autore si dilunga su una malattia che lo affligge o che interessa una persona vicina» (p. 12). La recensione evidenzia le modalità in cui viene affrontato dall'autrice lo studio delle patografie, il cui interesse è rivolto in prima istanza al loro essere oggetti intrinsecamente letterari, con tutte le conseguenze che questo comporta in termini di modalità espressive ed estetiche tipiche delle scritture postmoderne, così come in merito al coinvolgimento del lettore.