A proposito della c.d. "riserva di codice"

The overcoming of the pandemic emergency seems to have reopened the so-called phenomenon of the “code reserve”, with the first full-scale experiment of such principle in the cultural heritage field (Law 9 March 2022, n. 22). An unsatisfactory experience, in which centrality has been reinstated to the code, though in the opposite direction to what should be a minimum right for criminal law and shattering a sectoral structured discipline. While reconsidering the disorganized path which four years ago reached its conclusion with art. 3-bis of the Criminal Code, it should not be surprising if, even on this occasion, the legislator has not shown himself at the level of such duty.

Superata l’emergenza pandemica, sembra riaprirsi la questione “riserva di codice” con la prima sperimentazione a tutto campo del principio in materia di beni culturali (l. 9 marzo 2022, n. 22). Un’esperienza deludente, nella misura in cui si è restituita centralità al codice, ma nella direzione opposta a quello che dovrebbe essere un diritto penale minimo, e a costo di frantumare una disciplina organica di settore. Ripensando al disordinato percorso che, quattro anni fa, culminò nell’art. 3-bis c.p., forse non deve sorprendere se, anche in questa occasione, il legislatore non si è mostrato all’altezza di tanto compito.