Il territorio del litorale romano che si sviluppa tra la foce del Tevere, il Fosso dell’Incastro e il complesso vulcanico dei Colli Albani, è ricchissimo di testimonianze archeologiche associate in modo più o meno diretto al mito di Enea e del suo avversario Turno, semidei le cui gesta sono celebrate nei classici ed in particolare dalla narrazione virgiliana voluta da Ottaviano Augusto. Questo paesaggio, agli albori della storia arcaica di Roma, era molto diverso dall’attuale, caratterizzato da un ampio sistema di lagune costiere in comunicazione con il mare aperto, ove confluivano quei corsi d’acqua che, dalle pendici dei Colli Albani, giungono direttamente al Tirreno, costituendo luoghi ideali presso cui rappresentare l’approdo dei tanti “eroi venuti dal mare”, che dalla Grecia e dall’Asia minore, risalivano la costa alla ricerca dei preziosi metalli dell’Etruria e dell’Isola d’Elba. Il riconoscimento di una ‘geografia’ troiana a Lavinium, in pieno accordo con le fonti antiche, è delineato dall’identificazione di un grande santuario costiero, il locus Solis Indigetis richiamato dalle fonti presso il fiume Numicus (corrispondente all’attuale fosso di Pratica). Il mito di Turno invece si sviluppa intorno all’antichissima città di Ardea e al santuario arcaico, in seguito fortificato, presso il fosso dell’Incastro di Ardea, attribuito al Castrum Inui delle fonti, in pendant con quello lavinate. I miti di Enea, Turno e i vari personaggi narrati da Virgilio sono associati in modo indissolubile al paesaggio geologico di questo straordinario territorio, non a caso proposto quale contesto qualificato per l’istituzione di un parco virgiliano.

Enea e Turno; il paesaggio del mito tra geologia ed archeologia / Madonna, Sergio; Nisio, Stefania; Fenelli, Maria; Jaia, Alessandro Maria; Ebanista, Laura; Modica, Sonia. - In: MEMORIE DESCRITTIVE DELLA CARTA GEOLOGICA D'ITALIA. - ISSN 0536-0242. - 109:(2022), pp. 123-136.

Enea e Turno; il paesaggio del mito tra geologia ed archeologia

Fenelli, Maria;Jaia, Alessandro Maria;Ebanista, Laura;
2022

Abstract

Il territorio del litorale romano che si sviluppa tra la foce del Tevere, il Fosso dell’Incastro e il complesso vulcanico dei Colli Albani, è ricchissimo di testimonianze archeologiche associate in modo più o meno diretto al mito di Enea e del suo avversario Turno, semidei le cui gesta sono celebrate nei classici ed in particolare dalla narrazione virgiliana voluta da Ottaviano Augusto. Questo paesaggio, agli albori della storia arcaica di Roma, era molto diverso dall’attuale, caratterizzato da un ampio sistema di lagune costiere in comunicazione con il mare aperto, ove confluivano quei corsi d’acqua che, dalle pendici dei Colli Albani, giungono direttamente al Tirreno, costituendo luoghi ideali presso cui rappresentare l’approdo dei tanti “eroi venuti dal mare”, che dalla Grecia e dall’Asia minore, risalivano la costa alla ricerca dei preziosi metalli dell’Etruria e dell’Isola d’Elba. Il riconoscimento di una ‘geografia’ troiana a Lavinium, in pieno accordo con le fonti antiche, è delineato dall’identificazione di un grande santuario costiero, il locus Solis Indigetis richiamato dalle fonti presso il fiume Numicus (corrispondente all’attuale fosso di Pratica). Il mito di Turno invece si sviluppa intorno all’antichissima città di Ardea e al santuario arcaico, in seguito fortificato, presso il fosso dell’Incastro di Ardea, attribuito al Castrum Inui delle fonti, in pendant con quello lavinate. I miti di Enea, Turno e i vari personaggi narrati da Virgilio sono associati in modo indissolubile al paesaggio geologico di questo straordinario territorio, non a caso proposto quale contesto qualificato per l’istituzione di un parco virgiliano.
2022
mito; Enea; Turno; Lavinium; Ardea; geoarcheologia
01 Pubblicazione su rivista::01a Articolo in rivista
Enea e Turno; il paesaggio del mito tra geologia ed archeologia / Madonna, Sergio; Nisio, Stefania; Fenelli, Maria; Jaia, Alessandro Maria; Ebanista, Laura; Modica, Sonia. - In: MEMORIE DESCRITTIVE DELLA CARTA GEOLOGICA D'ITALIA. - ISSN 0536-0242. - 109:(2022), pp. 123-136.
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