La riflessione sui significati contemporanei che il termine infrastruttura assume nella progettazione del paesaggio affrontati in questo numero di Metamorfosi, non può prescindere dal testo di Vittoria Calzolari Storia e natura come sistema, un testo pioniere nel campo della progettazione dello spazio aperto nelle aree metropolitane. L’ipotesi guida del testo è che le risorse e i caratteri fisico ambientali e quelli storico-culturali, nella loro reciproca interrelazione, potessero essere assunti «come elementi primari e prioritari, ordinatori e qualificatori nella riorganizzazione fisica, funzionale e formale del territorio romano. La convinzione che il paesaggio dovesse costituire la struttura portante dell’assetto urbano rispondeva a due esigenze. La prima, di carattere ecologico, muoveva dalla constatazione del progressivo degrado delle risorse primarie non rinnovabili (suolo, acqua) e dal riconoscimento del ruolo delle aree verdi nella mitigazione climatica e ambientale delle grandi conurbazioni. La seconda esigenza muoveva invece da una riflessione, e da una “speranza”, del tutto interne al campo disciplinare della progettazione del paesaggio: «contrastare la perdita di “urbanità” della città (come struttura, forma e immagine) attraverso un’attenzione rinnovata alla qualità e alla struttura degli spazi liberi e del verde, alla correlazione tra permanenze storiche e caratteri ambientali» . Entrambe queste esigenze sono ancora oggi straordinariamente attuali.
Storia e natura come sistema. Venti(due) anni dopo / Imbroglini, Cristina. - In: METAMORFOSI. - ISSN 1590-1394. - 11(2022), pp. 60-75.
Storia e natura come sistema. Venti(due) anni dopo
Cristina Imbroglini
2022
Abstract
La riflessione sui significati contemporanei che il termine infrastruttura assume nella progettazione del paesaggio affrontati in questo numero di Metamorfosi, non può prescindere dal testo di Vittoria Calzolari Storia e natura come sistema, un testo pioniere nel campo della progettazione dello spazio aperto nelle aree metropolitane. L’ipotesi guida del testo è che le risorse e i caratteri fisico ambientali e quelli storico-culturali, nella loro reciproca interrelazione, potessero essere assunti «come elementi primari e prioritari, ordinatori e qualificatori nella riorganizzazione fisica, funzionale e formale del territorio romano. La convinzione che il paesaggio dovesse costituire la struttura portante dell’assetto urbano rispondeva a due esigenze. La prima, di carattere ecologico, muoveva dalla constatazione del progressivo degrado delle risorse primarie non rinnovabili (suolo, acqua) e dal riconoscimento del ruolo delle aree verdi nella mitigazione climatica e ambientale delle grandi conurbazioni. La seconda esigenza muoveva invece da una riflessione, e da una “speranza”, del tutto interne al campo disciplinare della progettazione del paesaggio: «contrastare la perdita di “urbanità” della città (come struttura, forma e immagine) attraverso un’attenzione rinnovata alla qualità e alla struttura degli spazi liberi e del verde, alla correlazione tra permanenze storiche e caratteri ambientali» . Entrambe queste esigenze sono ancora oggi straordinariamente attuali.File | Dimensione | Formato | |
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