“Non siamo nati per leggere”. Su questo aspetto la ricerca e la letteratura presentano, ormai, dati incontrovertibili. L’invenzione della lettura, che risale ormai a qualche migliaio di anni fa, ha determinato una riorganizzazione del cervello che ha comportato, a sua volta, l’evoluzione intellettuale della specie fino allo stato attuale. Tale evoluzione è stata possibile solo grazie alla capacità del cervello umano di modellarsi in base all’esperienza e, di conseguenza, di combinare collegamenti nuovi tra strutture preesistenti (Wolf, 2009; Dehaene, 2019). D’altra parte, nonostante non siamo nati per leggere, la ricerca in ambito biologico, psicologico, neuroscientifico, filosofico converge nell’affermare che la versione finale del cervello sapiens è caratterizzata da una struttura narrativa. Una persona adulta esperisce e comprende la propria vita come una collezione più o meno integrata di storie, una narrazione (Gallagher, 2011; Zahavi 2012). E, allora, viene spontaneo chiedersi quale impatto possono avere le narrazioni esterne di natura sociale, anche di tipo finzionale, sul sé narrativo. Su questo tema la ricerca è stata particolarmente prolifica negli ultimi anni (Consoli, 2018) e mostra, tra l’altro, che la narrazione finzionale influenza le credenze riferite al mondo reale (Marsh et alii, 2003) e le credenze relative al sé (Djikic et alii, 2009), modifica gli atteggiamenti e i comportamenti prosociali (Bal & Veltkamp, 2013; Johnson, 2012), facilita l’attivazione dell’empatia cognitiva e della capacità di comprendere l’altro (Kidd & Castano, 2013), promuove la riduzione del pregiudizio (Vezzali et alii, 2015). La letteratura ha una relazione privilegiata con il linguaggio. Il linguaggio costituisce una vera e propria metamorfosi del pensiero (Smorti, 2018), ha il potere di plasmare il nostro comportamento (Chambers, 2020), di definirci e di descrivere e interpretare il mondo (Gheno, 2019). Non sono le esperienze che viviamo a formarci, ma le storie che raccontiamo di quelle esperienze. La lettura ad alta voce condivisa di storie possiede, inoltre, una caratteristica fondamentale: la relazione con il lettore e con il gruppo sociale degli ascoltatori e delle ascoltatrici. Nella lettura ad alta voce “coloro che leggono insieme sentono di appartenere a una specie di comunità nella quale interviene la mediazione dei riferimenti adulti (insegnanti, genitori), che promuove la produzione di domande e accompagna la co-costruzione delle risposte, e dal confronto con i pari che apre alla possibilità di appropriarsi di molteplici interpretazioni e punti di vista diversi per leggere e rileggere la realtà e il sé. Nel contesto della lettura ad alta voce condivisa, il lettore detiene, un grande potere, quello di scegliere cosa leggere. Si tratta di un grande potere, perché, per l’appunto, cosa leggiamo stimola, orienta, forma, trasforma chi ascolta. La lettura è considerata, senza dubbio, uno degli agenti fondamentali della costruzione della consapevolezza e della socializzazione dei ruoli di genere (Gianini Belotti, 1973; Blakemore, Berenbaum, & Liben, 2009). Il processo di strutturazione dell’identità di genere è, infatti, il risultato complesso dell’interazione tra fattori biologici, cognitivi e socio-culturali (Ruble et alii, 2006; Blakemore et alii, 2009). La ricerca che valorizza gli aspetti socio-culturali, la costruzione e la strutturazione dell’identità di genere è da ascrivere principalmente alle numerose influenze presenti nel contesto sociale: la famiglia e il gruppo degli adulti di riferimento (parenti, insegnanti, ecc.) che rappresentano modelli di ruolo, esibiscono aspettative, attivano atteggiamenti incoraggianti o scoraggianti (Fagot, Rodgers & Leinbach, 2000); il gruppo dei pari che attraverso la segregazione di genere produce “culture separate” (Maccoby, 1998); i giocattoli, i media (libri, televisione, videogiochi, internet), il linguaggio che veicolano in modo esplicito o implicito messaggi stereotipici (Huston & Wright, 1996; Kinder, 1999; Signorielli, 2001). Affinché l’attività di lettura si proponga come “zona” accogliente, inclusiva, rispettosa delle differenze, dispositivo di identificazione e allo stesso tempo di ribaltamento di modelli costituiti, strumento di decostruzione degli stereotipi e di riduzione del pregiudizio, è necessario tenere presenti almeno due aspetti: la scelta di ciò che si legge e la mediazione del confronto e della condivisione con e tra gli ascoltatori e le ascoltatrici. La scelta del lettore deve orientarsi su una molteplicità di proposte che garantisca un’ampia varietà di protagonisti (dal punto di vista delle caratteristiche fisiche, del genere, dell’orientamento sessuale, della provenienza culturale, delle visioni del mondo, della posizione socioeconomica, delle abilità, dei modelli familiari ecc.), di vicende rappresentate (relativamente ai problemi che affrontano, alle strategie che usano, alle soluzioni che trovano, alle modalità di relazione che hanno i protagonisti e a luoghi, spazi e tempi della storia), di forme narrative, di generi letterari, di linguaggi e di stili (Batini, 2022). L’attenzione alla varietà garantisce la possibilità del doppio e complementare movimento dell’identificazione e dell’apertura a possibilità diverse. I bambini e le bambine hanno così la possibilità di identificarsi con i personaggi e di incontrare storie “scritte apposta” per loro (Batini, 2022), sperimentando una letteratura del riconoscimento e dell’appartenenza che esprime la sua funzione pacificatoria (Chambers, 2020). Ma la varietà rende anche possibile sfruttare la funzione sovversiva della letteratura (Taibo II, 2006; Chambers, 2015) che, nel proporre rappresentazioni della complessità della realtà, offre uno strumento potente di comprensione del mondo. Infine, è necessario prestare attenzione alla funzione di mediazione che il lettore svolge nel processo di conversazione collettiva sulla lettura. Attorno alla lettura ad alta voce condivisa, se ben condotta, si forma una vera e propria comunità di ricerca, composta dall’autore o dall’autrice, dalla persona che legge, e dagli ascoltatori e le ascoltatrici. Il senso di appartenenza a tale comunità facilita processi di confronto e di socializzazione dell’esperienza, di negoziazione di interpretazioni e punti di vista, di ricerca di ipotesi di risoluzione di problemi, di co-costruzione di conoscenze e significati. Se la lettura scelta è accessibile e la mediazione del lettore è attenta, la lettura ad alta voce condivisa si fa pratica sociale di inclusione profondamente democratica che, se sapientemente condotta, consente a tutte e a tutti di accedere, individualmente e collettivamente, a innumerevoli finestre sulla realtà, di fare inferenze e disegnare tanti mondi possibili, nei quali la specificità di ognuna e ognuno si possa riconoscere, ma nei quali sia anche possibile per tutti e per ciascuno confrontarsi con l’infinita varietà delle scelte immaginabili.

Letture oltre il genere: lettura per tutt* / Szpunar, Giordana. - (2022), pp. 27-30. (Intervento presentato al convegno Primo Convegno Scientifico Internazionale La lettura ad alta voce condivisa. Shared Reading Aloud tenutosi a Università degli studi di Perugia).

Letture oltre il genere: lettura per tutt*.

Giordana Szpunar
2022

Abstract

“Non siamo nati per leggere”. Su questo aspetto la ricerca e la letteratura presentano, ormai, dati incontrovertibili. L’invenzione della lettura, che risale ormai a qualche migliaio di anni fa, ha determinato una riorganizzazione del cervello che ha comportato, a sua volta, l’evoluzione intellettuale della specie fino allo stato attuale. Tale evoluzione è stata possibile solo grazie alla capacità del cervello umano di modellarsi in base all’esperienza e, di conseguenza, di combinare collegamenti nuovi tra strutture preesistenti (Wolf, 2009; Dehaene, 2019). D’altra parte, nonostante non siamo nati per leggere, la ricerca in ambito biologico, psicologico, neuroscientifico, filosofico converge nell’affermare che la versione finale del cervello sapiens è caratterizzata da una struttura narrativa. Una persona adulta esperisce e comprende la propria vita come una collezione più o meno integrata di storie, una narrazione (Gallagher, 2011; Zahavi 2012). E, allora, viene spontaneo chiedersi quale impatto possono avere le narrazioni esterne di natura sociale, anche di tipo finzionale, sul sé narrativo. Su questo tema la ricerca è stata particolarmente prolifica negli ultimi anni (Consoli, 2018) e mostra, tra l’altro, che la narrazione finzionale influenza le credenze riferite al mondo reale (Marsh et alii, 2003) e le credenze relative al sé (Djikic et alii, 2009), modifica gli atteggiamenti e i comportamenti prosociali (Bal & Veltkamp, 2013; Johnson, 2012), facilita l’attivazione dell’empatia cognitiva e della capacità di comprendere l’altro (Kidd & Castano, 2013), promuove la riduzione del pregiudizio (Vezzali et alii, 2015). La letteratura ha una relazione privilegiata con il linguaggio. Il linguaggio costituisce una vera e propria metamorfosi del pensiero (Smorti, 2018), ha il potere di plasmare il nostro comportamento (Chambers, 2020), di definirci e di descrivere e interpretare il mondo (Gheno, 2019). Non sono le esperienze che viviamo a formarci, ma le storie che raccontiamo di quelle esperienze. La lettura ad alta voce condivisa di storie possiede, inoltre, una caratteristica fondamentale: la relazione con il lettore e con il gruppo sociale degli ascoltatori e delle ascoltatrici. Nella lettura ad alta voce “coloro che leggono insieme sentono di appartenere a una specie di comunità nella quale interviene la mediazione dei riferimenti adulti (insegnanti, genitori), che promuove la produzione di domande e accompagna la co-costruzione delle risposte, e dal confronto con i pari che apre alla possibilità di appropriarsi di molteplici interpretazioni e punti di vista diversi per leggere e rileggere la realtà e il sé. Nel contesto della lettura ad alta voce condivisa, il lettore detiene, un grande potere, quello di scegliere cosa leggere. Si tratta di un grande potere, perché, per l’appunto, cosa leggiamo stimola, orienta, forma, trasforma chi ascolta. La lettura è considerata, senza dubbio, uno degli agenti fondamentali della costruzione della consapevolezza e della socializzazione dei ruoli di genere (Gianini Belotti, 1973; Blakemore, Berenbaum, & Liben, 2009). Il processo di strutturazione dell’identità di genere è, infatti, il risultato complesso dell’interazione tra fattori biologici, cognitivi e socio-culturali (Ruble et alii, 2006; Blakemore et alii, 2009). La ricerca che valorizza gli aspetti socio-culturali, la costruzione e la strutturazione dell’identità di genere è da ascrivere principalmente alle numerose influenze presenti nel contesto sociale: la famiglia e il gruppo degli adulti di riferimento (parenti, insegnanti, ecc.) che rappresentano modelli di ruolo, esibiscono aspettative, attivano atteggiamenti incoraggianti o scoraggianti (Fagot, Rodgers & Leinbach, 2000); il gruppo dei pari che attraverso la segregazione di genere produce “culture separate” (Maccoby, 1998); i giocattoli, i media (libri, televisione, videogiochi, internet), il linguaggio che veicolano in modo esplicito o implicito messaggi stereotipici (Huston & Wright, 1996; Kinder, 1999; Signorielli, 2001). Affinché l’attività di lettura si proponga come “zona” accogliente, inclusiva, rispettosa delle differenze, dispositivo di identificazione e allo stesso tempo di ribaltamento di modelli costituiti, strumento di decostruzione degli stereotipi e di riduzione del pregiudizio, è necessario tenere presenti almeno due aspetti: la scelta di ciò che si legge e la mediazione del confronto e della condivisione con e tra gli ascoltatori e le ascoltatrici. La scelta del lettore deve orientarsi su una molteplicità di proposte che garantisca un’ampia varietà di protagonisti (dal punto di vista delle caratteristiche fisiche, del genere, dell’orientamento sessuale, della provenienza culturale, delle visioni del mondo, della posizione socioeconomica, delle abilità, dei modelli familiari ecc.), di vicende rappresentate (relativamente ai problemi che affrontano, alle strategie che usano, alle soluzioni che trovano, alle modalità di relazione che hanno i protagonisti e a luoghi, spazi e tempi della storia), di forme narrative, di generi letterari, di linguaggi e di stili (Batini, 2022). L’attenzione alla varietà garantisce la possibilità del doppio e complementare movimento dell’identificazione e dell’apertura a possibilità diverse. I bambini e le bambine hanno così la possibilità di identificarsi con i personaggi e di incontrare storie “scritte apposta” per loro (Batini, 2022), sperimentando una letteratura del riconoscimento e dell’appartenenza che esprime la sua funzione pacificatoria (Chambers, 2020). Ma la varietà rende anche possibile sfruttare la funzione sovversiva della letteratura (Taibo II, 2006; Chambers, 2015) che, nel proporre rappresentazioni della complessità della realtà, offre uno strumento potente di comprensione del mondo. Infine, è necessario prestare attenzione alla funzione di mediazione che il lettore svolge nel processo di conversazione collettiva sulla lettura. Attorno alla lettura ad alta voce condivisa, se ben condotta, si forma una vera e propria comunità di ricerca, composta dall’autore o dall’autrice, dalla persona che legge, e dagli ascoltatori e le ascoltatrici. Il senso di appartenenza a tale comunità facilita processi di confronto e di socializzazione dell’esperienza, di negoziazione di interpretazioni e punti di vista, di ricerca di ipotesi di risoluzione di problemi, di co-costruzione di conoscenze e significati. Se la lettura scelta è accessibile e la mediazione del lettore è attenta, la lettura ad alta voce condivisa si fa pratica sociale di inclusione profondamente democratica che, se sapientemente condotta, consente a tutte e a tutti di accedere, individualmente e collettivamente, a innumerevoli finestre sulla realtà, di fare inferenze e disegnare tanti mondi possibili, nei quali la specificità di ognuna e ognuno si possa riconoscere, ma nei quali sia anche possibile per tutti e per ciascuno confrontarsi con l’infinita varietà delle scelte immaginabili.
2022
Primo Convegno Scientifico Internazionale La lettura ad alta voce condivisa. Shared Reading Aloud
04 Pubblicazione in atti di convegno::04d Abstract in atti di convegno
Letture oltre il genere: lettura per tutt* / Szpunar, Giordana. - (2022), pp. 27-30. (Intervento presentato al convegno Primo Convegno Scientifico Internazionale La lettura ad alta voce condivisa. Shared Reading Aloud tenutosi a Università degli studi di Perugia).
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