I vizi, indimenticabili amanti. La lettera 69 di Seneca

Letter 69 deals with the commonplace of the uselessness of travelling for moral improvement. This text includes a detailed simile between vices and lovers. The literary model of the image is Ovid’s poem Remedia amoris – a text which is never recalled elsewhere by Seneca – as plenty of lexical and thematic details show. The philoso-phical model may be spotted in Plato’s Phaedrus, with special referen-ce to the comparison between the soul and a winged chariot. Seneca shares Ovid’s radical suggestions to get rid of love, and applies them to vices in general, refusing Plato’s view of a psychagogical potential of love. Ovid is thus turned into an instrument to demonstrate Stoic orthodoxy on passions.

La lettera 69 è una variazione sul tema dell’utilità o meno dei viaggi ai fini del perfezionamento morale: tema molto frequentato da Seneca, soprattutto nelle Epistole. Questo breve testo si distinguedagli altri inerenti al medesimo argomento per la sezione centrale, occupata da una similitudine fra vizi e amanti. Il modello letterario sotteso alla similitudine è senza dubbio l’Ovidio dei Remedia amoris,richiamato da una serie di spie lessicali oltre che dal motivo stesso del viaggio; dal punto di vista filosofico, Seneca si richiama invece a Platone, e in particolare, con l’immagine dei vizi ‘soggiogati’, alla celebre allegoria della biga alata del Fedro. Seneca condivide pienamente i radicali suggerimenti ovidiani per scacciare le tentazioni: e si serve dell’analogia fra vizi e amanti per depotenziare il dettato platonico, che concedeva all’amore una potenzialità psicagogica. Ovidio viene dunque utilizzato come puntello dimostrativo dell’ortodossia stoica in merito alle passioni.