SOMMARIO: 1. Una decisione di valore storico per i diritti del malato. — 2. L’ordinanza della Corte d’Assise di Milano: una soluzione solo penalistica che muta il bene giuridico tutelabile dall’art. 580 c.p. e impone costituzionalmente la non punibilità dell’aiuto al suicidio. — 3. Diritto al suicidio e diritto di morire. Due universi differenti. — 4. La lettura del caso Fabo/Cappato da parte della Corte costituzionale e l’offensività dell’aiuto al suicidio. — 5. Segue. Il “diritto di morire” già esistente, ma dissimulato e ineffettivo. — 6. La soluzione non penalistica. Il rifiuto delle cure come diritto autonomo oppure strumentale, espressivo di un diritto diverso. — 7. Il “diritto a trattamenti terminali” come versione implicita del dovere di vivere, contenuto nella disciplina delle DAT. La sua insufficienza. — 8. Il riconoscimento di ulteriori diritti fondamentali del malato nell’ordinanza della Corte costituzionale e l’art. 3 Cost. — 9. Diritto giurisprudenziale (art. 3 Cost. e art. 119, comma 2, c.p.) vs. riforme parlamentari. Una scriminante procedurale per la disciplina dei diritti del malato. — 10. Una scelta possibile: scriminante, più scusante-attenuante.
Il caso Fabo/Cappato fra diritto di non curarsi, diritto a trattamenti terminali e diritto di morire. L'opzione "non penalistica" della corte costituzionale di fronte a una trilogia inevitabile / Donini, Massimo. - In: GIURISPRUDENZA COSTITUZIONALE. - ISSN 0436-0222. - 6(2018), pp. 2855-2870.
Il caso Fabo/Cappato fra diritto di non curarsi, diritto a trattamenti terminali e diritto di morire. L'opzione "non penalistica" della corte costituzionale di fronte a una trilogia inevitabile
Massimo DoniniPrimo
Writing – Original Draft Preparation
2018
Abstract
SOMMARIO: 1. Una decisione di valore storico per i diritti del malato. — 2. L’ordinanza della Corte d’Assise di Milano: una soluzione solo penalistica che muta il bene giuridico tutelabile dall’art. 580 c.p. e impone costituzionalmente la non punibilità dell’aiuto al suicidio. — 3. Diritto al suicidio e diritto di morire. Due universi differenti. — 4. La lettura del caso Fabo/Cappato da parte della Corte costituzionale e l’offensività dell’aiuto al suicidio. — 5. Segue. Il “diritto di morire” già esistente, ma dissimulato e ineffettivo. — 6. La soluzione non penalistica. Il rifiuto delle cure come diritto autonomo oppure strumentale, espressivo di un diritto diverso. — 7. Il “diritto a trattamenti terminali” come versione implicita del dovere di vivere, contenuto nella disciplina delle DAT. La sua insufficienza. — 8. Il riconoscimento di ulteriori diritti fondamentali del malato nell’ordinanza della Corte costituzionale e l’art. 3 Cost. — 9. Diritto giurisprudenziale (art. 3 Cost. e art. 119, comma 2, c.p.) vs. riforme parlamentari. Una scriminante procedurale per la disciplina dei diritti del malato. — 10. Una scelta possibile: scriminante, più scusante-attenuante.File | Dimensione | Formato | |
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