Il 13 aprile 1975 segna in Libano l’inizio della guerra civile, che si protrae per circa quindici anni. Durante il conflitto un confine, la Green Line, divide la città di Beirut in due parti, generando una netta frattura nel tessuto urbano della città storica, profondamente segnata dalle distruzioni. A conclusione della guerra, nel 1990, inizia a porsi la questione della ricostruzione del paese. Ciò apre numerosi interrogativi intorno al tema della conservazione del patrimonio come deposito di memorie, o, in alternativa, della sua distruzione per fare tabula rasa del passato e cancellare, insieme a esso, le tracce della violenza e della devastazione subita. Se la cancellazione avvenuta e in essere di ampie parti di città è espressione di un atteggiamento che nega il valore del patrimonio, mentre la nota e discussa operazione messa in atto da Solidere per la ricostruzione di una porzione del centro storico denota, almeno in parte, un approccio di tipo storicista e mimetico, la riedificazione del Souk, anch’essa guidata da Solidere e opera di Rafael Moneo, mostra al contrario una possibile risposta del progetto contemporaneo al tema della ricostruzione, al rapporto con l’antico e alla questione del patrimonio come memoria e identità. Il saggio esamina il progetto di Moneo per il Souk di Beirut, collocandolo nel più ampio contesto dell’urbicidio di Beirut e della sua ricostruzione. In particolare, sono messi in luce i modi in cui, dando forma a un nuovo brano urbano che reinterpreta e reinventa la struttura, il linguaggio e i caratteri della città storica, l’architetto spagnolo abbia provato a tramandare parte dei significati di cui il patrimonio architettonico rappresentato dal Souk e ormai cancellato era portatore.

Ri-costruire Beirut. Il progetto di Rafael Moneo per i souk / Bertini, V. - (2019), pp. 120-125. (Intervento presentato al convegno VIII Forum ProArch. Società Scientifica nazionale dei docenti ICAR 14,15 e 16 tenutosi a Napoli).

Ri-costruire Beirut. Il progetto di Rafael Moneo per i souk

Bertini V
2019

Abstract

Il 13 aprile 1975 segna in Libano l’inizio della guerra civile, che si protrae per circa quindici anni. Durante il conflitto un confine, la Green Line, divide la città di Beirut in due parti, generando una netta frattura nel tessuto urbano della città storica, profondamente segnata dalle distruzioni. A conclusione della guerra, nel 1990, inizia a porsi la questione della ricostruzione del paese. Ciò apre numerosi interrogativi intorno al tema della conservazione del patrimonio come deposito di memorie, o, in alternativa, della sua distruzione per fare tabula rasa del passato e cancellare, insieme a esso, le tracce della violenza e della devastazione subita. Se la cancellazione avvenuta e in essere di ampie parti di città è espressione di un atteggiamento che nega il valore del patrimonio, mentre la nota e discussa operazione messa in atto da Solidere per la ricostruzione di una porzione del centro storico denota, almeno in parte, un approccio di tipo storicista e mimetico, la riedificazione del Souk, anch’essa guidata da Solidere e opera di Rafael Moneo, mostra al contrario una possibile risposta del progetto contemporaneo al tema della ricostruzione, al rapporto con l’antico e alla questione del patrimonio come memoria e identità. Il saggio esamina il progetto di Moneo per il Souk di Beirut, collocandolo nel più ampio contesto dell’urbicidio di Beirut e della sua ricostruzione. In particolare, sono messi in luce i modi in cui, dando forma a un nuovo brano urbano che reinterpreta e reinventa la struttura, il linguaggio e i caratteri della città storica, l’architetto spagnolo abbia provato a tramandare parte dei significati di cui il patrimonio architettonico rappresentato dal Souk e ormai cancellato era portatore.
2019
VIII Forum ProArch. Società Scientifica nazionale dei docenti ICAR 14,15 e 16
ricostruzione; Beirut; Moneo
04 Pubblicazione in atti di convegno::04b Atto di convegno in volume
Ri-costruire Beirut. Il progetto di Rafael Moneo per i souk / Bertini, V. - (2019), pp. 120-125. (Intervento presentato al convegno VIII Forum ProArch. Società Scientifica nazionale dei docenti ICAR 14,15 e 16 tenutosi a Napoli).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1658402
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