L’intervento intende focalizzare l’attenzione sulle nuove sfumature delle opposizione etiche semplificate (bene vs male/buoni vs cattivi) per come queste emergono attraverso il nuovo panorama mediatico internazionale (H. Jenkins, Convergence Culture: where old and new media collide, 2006) in particolare nella serie televisiva statunitense “The Good Place”, creata da Michael Schure ondata in onda dal 19 settembre 2016 al 30 gennaio 2020. Dagli anni Novanta del Novecento in poi, vi è stata una sorta di rivoluzione televisiva, che ha condotto a quella che Mittell definisce come “tv complessa” (J. Mittell, Complex tv. The Poetics of Contemporary Television Storytelling, 2015) e che ha reso le serie televisive dei prodotti di crescente spessore. Nel corso del tempo, le serie televisive, con la loro acquisita complessità, sono riuscite a diventare la forma di narrazione culturalmente egemone, rivisitando e mescolando le tradizioni cólte con l’immaginario popolare. Il medium televisivo si è dimostrato in grado di narrare storie lunghissime, consentendo ai personaggi di evolversi lungo un arco di tempo particolarmente ampio e, poiché invece di costringerlo a uscire entrava in casa del fruitore, riusciva a creare con lui un legame basato su una maggiore intimità (A. Sepinwall, The Revolution Was Televised, 2012): in questo senso “The Good Place” si è andata configurando come una possibilità di analisi della vita stessa.
La riorganizzazione etica nella serialità complessa di The Good Place / Medaglia, Francesca. - (2022), pp. 529-541. (Intervento presentato al convegno Compalit 2021 - Con i buoni sentimenti si fanno brutti libri? Etiche, estetiche e problemi della rappresentazione tenutosi a Milano).
La riorganizzazione etica nella serialità complessa di The Good Place
francesca medaglia
2022
Abstract
L’intervento intende focalizzare l’attenzione sulle nuove sfumature delle opposizione etiche semplificate (bene vs male/buoni vs cattivi) per come queste emergono attraverso il nuovo panorama mediatico internazionale (H. Jenkins, Convergence Culture: where old and new media collide, 2006) in particolare nella serie televisiva statunitense “The Good Place”, creata da Michael Schure ondata in onda dal 19 settembre 2016 al 30 gennaio 2020. Dagli anni Novanta del Novecento in poi, vi è stata una sorta di rivoluzione televisiva, che ha condotto a quella che Mittell definisce come “tv complessa” (J. Mittell, Complex tv. The Poetics of Contemporary Television Storytelling, 2015) e che ha reso le serie televisive dei prodotti di crescente spessore. Nel corso del tempo, le serie televisive, con la loro acquisita complessità, sono riuscite a diventare la forma di narrazione culturalmente egemone, rivisitando e mescolando le tradizioni cólte con l’immaginario popolare. Il medium televisivo si è dimostrato in grado di narrare storie lunghissime, consentendo ai personaggi di evolversi lungo un arco di tempo particolarmente ampio e, poiché invece di costringerlo a uscire entrava in casa del fruitore, riusciva a creare con lui un legame basato su una maggiore intimità (A. Sepinwall, The Revolution Was Televised, 2012): in questo senso “The Good Place” si è andata configurando come una possibilità di analisi della vita stessa.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.