Il contributo approfondisce, anche attraverso lo studio degli elaborati originali presenti in Archivio Storico Iconografico dell'ATER, le principali innovazioni progettuali portate avanti da Tito Bruner, Mario De Renzi, Alessandro Limongelli, Giuseppe Wittinch, nel “gruppo di case” di Piazza Perin del Vaga al quartiere Flaminio. Il complesso residenziale realizzato tra il 1925 e il 1927, in accordo con le indicazioni del piano del 1909, si compone di tre grandi edifici a corte, tre lotti, che definiscono un sistema simmetrico rispetto alla diagonale con al centro una piazza ellittica. Il progetto, esposto alla Terza Biennale romana, interpreta il tema dell’isolato residenziale come microcosmo urbano ed allo stesso tempo come frammento dell’impianto radiale del quartiere. Questo insieme di edifici, pur rifacendosi per molti aspetti all’edilizia tradizionale, incarna e ben raffigura la complessità moderna. Rappresenta una sperimentazione di nuove soluzioni tipologiche, che rompono la rigidità e uniformità dell'solato urbano ottocentesco, concependo un articolato sistema di corti interne che si pongono come elemento di mediazione tra la strada e la casa. Allo stesso tempo i 339 appartamenti offrono configurazioni abitative originali e differenziate, che superano le tipologie tradizionali e privilegiano la singolarità della soluzione rispetto alla ripetizione e all’omogeneità. Questo progetto ben recepisce le influenze della ricerca architettonica Europea, promossa e portata avanti in Italia da Gustavo Giovannoni, che interpreta e ripropone l’isolato cittadino come porzione urbana formalmente compiuta, “elemento collettivo di passaggio tra l’insieme della città e le singole case che la compongono”.
Case ICP Flaminio II, fra sperimentazione e tradizione / Guarini, Paola. - (2021), pp. 44-45. (Intervento presentato al convegno Forme dell'abitare a Roma. Echi dell'antico nell'architettura del primo Novecento tenutosi a Roma, Facoltà di Architettura, Aula Magna di Valle Giulia).
Case ICP Flaminio II, fra sperimentazione e tradizione
Paola Guarini
2021
Abstract
Il contributo approfondisce, anche attraverso lo studio degli elaborati originali presenti in Archivio Storico Iconografico dell'ATER, le principali innovazioni progettuali portate avanti da Tito Bruner, Mario De Renzi, Alessandro Limongelli, Giuseppe Wittinch, nel “gruppo di case” di Piazza Perin del Vaga al quartiere Flaminio. Il complesso residenziale realizzato tra il 1925 e il 1927, in accordo con le indicazioni del piano del 1909, si compone di tre grandi edifici a corte, tre lotti, che definiscono un sistema simmetrico rispetto alla diagonale con al centro una piazza ellittica. Il progetto, esposto alla Terza Biennale romana, interpreta il tema dell’isolato residenziale come microcosmo urbano ed allo stesso tempo come frammento dell’impianto radiale del quartiere. Questo insieme di edifici, pur rifacendosi per molti aspetti all’edilizia tradizionale, incarna e ben raffigura la complessità moderna. Rappresenta una sperimentazione di nuove soluzioni tipologiche, che rompono la rigidità e uniformità dell'solato urbano ottocentesco, concependo un articolato sistema di corti interne che si pongono come elemento di mediazione tra la strada e la casa. Allo stesso tempo i 339 appartamenti offrono configurazioni abitative originali e differenziate, che superano le tipologie tradizionali e privilegiano la singolarità della soluzione rispetto alla ripetizione e all’omogeneità. Questo progetto ben recepisce le influenze della ricerca architettonica Europea, promossa e portata avanti in Italia da Gustavo Giovannoni, che interpreta e ripropone l’isolato cittadino come porzione urbana formalmente compiuta, “elemento collettivo di passaggio tra l’insieme della città e le singole case che la compongono”.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.