Neo populismo in stile ucraino: la disillusione arancione

Il saggio analizza la transizione politica in Ucraina, con un accento critico: la tanto “declamata” rivoluzione arancione risulta essere un espediente, sostanzialmente eterodiretto, per accelerare il ricambio delle élite politiche alla guida del paese. Si ripercorrono le principali fasi della vicenda politica ucraina, sulla base della successione delle Presidenze della Repubblica, a partire dal 1994: l’involuzione politica di Leonid Kuchma, da grande riformatore a padre-padrone con accenti fortemente autoritari e patrimonialistici; la Presidenza, piena di speranze e fortemente sponsorizzata dall’Occidente, in particolare dagli USA, di Viktor Yushchenko, poi risoltasi in una serie infinita di contraddizioni e derive personalistiche; la fase della “normalizzazione” post-rivoluzione segnata dall’avvento alla Presidenza di Viktor Yanukovych. Il focus del saggio è sulle dinamiche che hanno segnato la “rivoluzione arancione” e la si etichetta come una forzatura, una deviazione voluta dagli stati occidentali al fine di imporre, in maniera volontaristica, un modello di regime liberal-democratico poco incline alle tradizioni e alla cultura politica della seconda, per importanza, repubblica ex-sovietica. In gioco furono anche i rapporti con la vicina Russia, ineludibili per uno stato dei recente indipendenza, profondamente legato, sia sul fronte economico che socio-culturale, ai “fratelli slavi maggiori”. L’affermazione di Yanukovych nelle elezioni del 2010 sembra aver ripristinato un percorso più naturale di evoluzione politica in Ucraina.