Soggetto dell’intervento è il romanzo breve di Corrado Alvaro "Il mare". Uscito inizialmente sulla rivista «Pegaso», alla fine del 1931, il testo, che darà inoltre il nome a un’affascinante quadrilogia, privilegia non uno sguardo felice sulla natura marina bensì il ritorno difficile verso quest’ultima, il legame malato che si annida fra un uomo e un paesaggio-mondo stregato quanto fragile, attraente e misterioso. Ambientato sulla costiera amalfitana, a Positano, la storia si concentra sul protagonista Tartuca, il quale vorrebbe fuggire le leggi della civiltà, è vittima dell’asfissiante vita cittadina e desideroso di ritrovare una condizione intimamente infantile. Il suo sarà un percorso autentico e insieme oscuro, e raggiungerà uno stadio quasi precedente alla coscienza e il più possibile vicino ai segreti della natura. L’intervento esaminerà il mare come simbolo mitico e psichico, al centro di una grande tradizione, non solo letteraria, e collegabile in primo luogo a un’idea materna, negativamente e positivamente, ovvero a una dimensione di accoglienza così come di doloroso allontanamento, di ritrovamento e perdita. Mare e madre quindi, ma anche mare e male, mare e spaesamento, mare e perdita dell’identità, mare e dissipazione interiore. Si analizzeranno, infine, i punti di contatto con la poetica del fanciullino di Giovanni Pascoli, a partire dal modo di vivere il mare da parte di Tartuca; e i legami che intercorrono con figure quali Giovanni Verga, Elsa Morante ed Anna Maria Ortese: tre autori che non casualmente saranno legati alla cultura e alla rappresentazione dello spazio marino mediterraneo.
Malvagio e materno. Il mar Mediterraneo in Alvaro, Morante, Ortese e Verga / Bubba, Angela. - (2021), pp. 637-646. (Intervento presentato al convegno Leggere il mare e leggere il mito nelle culture mediterranee tenutosi a Académie des belles lettres “Beit al Hikma”, Cartagine, Università La Manouba).
Malvagio e materno. Il mar Mediterraneo in Alvaro, Morante, Ortese e Verga.
Angela Bubba
2021
Abstract
Soggetto dell’intervento è il romanzo breve di Corrado Alvaro "Il mare". Uscito inizialmente sulla rivista «Pegaso», alla fine del 1931, il testo, che darà inoltre il nome a un’affascinante quadrilogia, privilegia non uno sguardo felice sulla natura marina bensì il ritorno difficile verso quest’ultima, il legame malato che si annida fra un uomo e un paesaggio-mondo stregato quanto fragile, attraente e misterioso. Ambientato sulla costiera amalfitana, a Positano, la storia si concentra sul protagonista Tartuca, il quale vorrebbe fuggire le leggi della civiltà, è vittima dell’asfissiante vita cittadina e desideroso di ritrovare una condizione intimamente infantile. Il suo sarà un percorso autentico e insieme oscuro, e raggiungerà uno stadio quasi precedente alla coscienza e il più possibile vicino ai segreti della natura. L’intervento esaminerà il mare come simbolo mitico e psichico, al centro di una grande tradizione, non solo letteraria, e collegabile in primo luogo a un’idea materna, negativamente e positivamente, ovvero a una dimensione di accoglienza così come di doloroso allontanamento, di ritrovamento e perdita. Mare e madre quindi, ma anche mare e male, mare e spaesamento, mare e perdita dell’identità, mare e dissipazione interiore. Si analizzeranno, infine, i punti di contatto con la poetica del fanciullino di Giovanni Pascoli, a partire dal modo di vivere il mare da parte di Tartuca; e i legami che intercorrono con figure quali Giovanni Verga, Elsa Morante ed Anna Maria Ortese: tre autori che non casualmente saranno legati alla cultura e alla rappresentazione dello spazio marino mediterraneo.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.