La durata nel diritto d'autore

Duration has been one of the most debated aspects in the history of authors’ rights over the last three centuries, as can be seen by retracing the main historical-legal turning points that have determined its evolution towards the current structure, and by analyzing the fundamental guidelines and main suggestions from legal science and case law. The Author examines, therefore, the decisive contribution of Locke and Napoleon and that of the international Conventions of Berne and Geneva. The history of the duration of authors’ rights and its concrete upward modulation are the result of two opposing and conflicting needs: those of the author and his heirs to obtain the acknowledgement of their legitimate enjoyment of the economic benefits deriving from the intellectual work, and that of the collective cultural heritage which requires the rights of authors and heirs on the economic exploitation of the work to be qualified as rights limited in time. The Author also dwells on the situation in North America, where Canada has always been closer to civil law countries than the United States, characterized by isolationism until the end of last century, when they decided to adhere to the Berne Convention and to the harmonization with European countries of the term of duration of hereditary rights.

La durata costituisce uno degli aspetti più dibattuti nella storia dei diritti degli autori nel corso degli ultimi tre secoli, come si evince ripercorrendo i principali snodi storico-giuridici che ne hanno determinato l’evoluzione verso l’assetto attuale ed esaminando le direttrici fondamentali e le principali suggestioni provenienti da dottrina e giurisprudenza. L’Autrice esamina, pertanto, il contributo decisivo di Locke e di Napoleone e quello delle Convenzioni internazionali di Berna e di Ginevra. La storia della durata del diritto d’autore e la sua concreta modulazione verso l’alto sono il risultato di due opposte e confliggenti esigenze: quella dell’autore e dei suoi eredi, di vedersi riconosciuto il legittimo godimento dei benefici economici derivanti dall’opera dell’ingegno e quella del patrimonio culturale collettivo che impone di qualificare i diritti di sfruttamento economico sull’opera degli autori e quelli degli eredi come diritti limitati nel tempo. L’Autrice si sofferma anche sulla situazione del Nord America, in cui il Canada è sempre stato più vicino ai Paesi di civil law, rispetto agli Stati Uniti caratterizzati dall’isolazionismo fino verso la fine del secolo scorso quando decidono di aderire alla Convenzione di Berna e all’armonizzazione del termine di durata dei diritti ereditari con i Paesi europei.