La “città meridionale” sembra ritrovare alle diverse condizioni periurbane e rurali che segnano i territori del Sud italiano, una stringente relazione tra identità dei luoghi e insediamenti antropici che, accogliendo le realtà paesaggistiche e gli elementi geografici che li circondano, li chiariscono sul piano morfologico. È altresì vero che il Meridione italiano è fortemente condizionato da una totale assenza di coerenti linee di sviluppo incentrate su una positiva trasformazione e gestione del territorio, che ne amplificano la forte condizione di marginalità. Con il presente contributo si intende indagare sul legame armonico tra territorio e città: sul valore che la dimensione paesaggistica ha assunto nella costruzione degli insediamenti, o dei piccoli centri, oggi purtroppo segnati, sempre più frequentemente, da problemi relativi all’abbandono e al conseguente degrado fisico, una condizione non più tollerabile. L’esperienza didattica condotta nei quattro laboratori paralleli di terzo anno del DiARC – Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi di Napoli Federico II – costituisce un’importante occasione di riflessione e confronto per ripensare, in senso generale, alla città meridionale. Rosarno, nello specifico il quartiere “Case Nuove”, rappresenta un caso studio paradigmatico in quanto esemplifica le contraddizioni prima accennate afferenti la condizione di limite del Sud italiano: l’abitato di Rosarno, seppur caratterizzato dalla dimensione paesaggistica che lo circonda, è fortemente condizionato da una impellente carenza di risorse, tradotta inevitabilmente in una architettura di bassa qualità. Difatti, il quartiere, pur godendo di invidiabili visuali prospettiche presenta una edificazione speculativa e senza struttura, deturpata dal degrado e dall’incompletezza costruttiva che richiede una necessaria opera di riconoscimento candidata al recupero e alla ri-significazione del rapporto tra la dimensione geografica e l’opera umana. Il contributo, proprio partendo da suddetta esperienza didattica – coordinata dai docenti Antonello Russo e Isotta Cortesi – intende coglierne quei caratteri di generalità e trasmissibilità chiamati a riconoscere le potenzialità latenti di questi luoghi, col fine di esaltarne il valore insediativo, aumentandone la qualità architettonica mediante nuove polarità urbane nei punti nevralgici della sua estensione.
Forme geografiche e forme urbane come specificità del paesaggio meridionale. Un progetto per il quartiere “Case Nuove” nell’altopiano naturale di Rosarno / Lubrano, Oreste. - In: BLOOM. - ISSN 2035-5033. - 32(2022), pp. 88-95.
Forme geografiche e forme urbane come specificità del paesaggio meridionale. Un progetto per il quartiere “Case Nuove” nell’altopiano naturale di Rosarno
Oreste Lubrano
2022
Abstract
La “città meridionale” sembra ritrovare alle diverse condizioni periurbane e rurali che segnano i territori del Sud italiano, una stringente relazione tra identità dei luoghi e insediamenti antropici che, accogliendo le realtà paesaggistiche e gli elementi geografici che li circondano, li chiariscono sul piano morfologico. È altresì vero che il Meridione italiano è fortemente condizionato da una totale assenza di coerenti linee di sviluppo incentrate su una positiva trasformazione e gestione del territorio, che ne amplificano la forte condizione di marginalità. Con il presente contributo si intende indagare sul legame armonico tra territorio e città: sul valore che la dimensione paesaggistica ha assunto nella costruzione degli insediamenti, o dei piccoli centri, oggi purtroppo segnati, sempre più frequentemente, da problemi relativi all’abbandono e al conseguente degrado fisico, una condizione non più tollerabile. L’esperienza didattica condotta nei quattro laboratori paralleli di terzo anno del DiARC – Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi di Napoli Federico II – costituisce un’importante occasione di riflessione e confronto per ripensare, in senso generale, alla città meridionale. Rosarno, nello specifico il quartiere “Case Nuove”, rappresenta un caso studio paradigmatico in quanto esemplifica le contraddizioni prima accennate afferenti la condizione di limite del Sud italiano: l’abitato di Rosarno, seppur caratterizzato dalla dimensione paesaggistica che lo circonda, è fortemente condizionato da una impellente carenza di risorse, tradotta inevitabilmente in una architettura di bassa qualità. Difatti, il quartiere, pur godendo di invidiabili visuali prospettiche presenta una edificazione speculativa e senza struttura, deturpata dal degrado e dall’incompletezza costruttiva che richiede una necessaria opera di riconoscimento candidata al recupero e alla ri-significazione del rapporto tra la dimensione geografica e l’opera umana. Il contributo, proprio partendo da suddetta esperienza didattica – coordinata dai docenti Antonello Russo e Isotta Cortesi – intende coglierne quei caratteri di generalità e trasmissibilità chiamati a riconoscere le potenzialità latenti di questi luoghi, col fine di esaltarne il valore insediativo, aumentandone la qualità architettonica mediante nuove polarità urbane nei punti nevralgici della sua estensione.File | Dimensione | Formato | |
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