Before the advent of the hippocampal mesh, the conformation of the first city tended to the circle, perhaps because structure more aligned to the natural impulse that pushes to the construction of an urban aggregate. The circular layout has been used throughout history from the ancient Mesopotamian city of Mari, founded on concentric fortifications, to that of the more recent German town of Nördlingen, built in the round crater left by the ancient impact of a meteorite. It’s weird. We are accustomed to think of the circle as an expression of the divine and it is undoubtedly the symbology that conditions this association, as it binds the square to man and his creations. However, if we think of the first signs that children tend to trace, we realize that they are indeed figures that resemble very closely a circle. I believe that there is an impalpable link between this euclidean figure and mankind and his experiments: from the circle that has demonstrated the skill of Giotto to the Houses Matakam of Mokolo based on the aggregation of clay cylinders, from the first investigations on perpetual motion to the self-propelled crown on the Strait of Messina by Giuseppe Perugini. The comparative list could continue for a long time because the circle persists as an inexhaustible matrix of new forms, as a generous prophecy out of all time and educational area: composes a substantial part of the iconological instruments available to man and architecture and has the power - in the composition - to fade to disappear or declare themselves in an emphatic, candid and unmarked. It can be recognized in the city, in the square, in the shape of the house, in the enclosure, in the places of worship, in the amphitheaters, in the towers and in the defensive structures. So I tried to draw on the fundamental figure of the circle by contaminating it with all my neuroses and affections. This mixture has led me to outline a strange, inaccurate and simultaneous place where some fragments of reality chase the improbable monsters portrayed in children’s fairy tales. The object almost seems to lie on the belly of the earth and shape its access tunnels like the self-propelled legs of the wandering castle designed by Hayao Miyazaki in 2004.I imagined him with the shape of a thin crown over Pompeii as he adorns himself with his remains in ways similar to those of the creatures that populated Manhattan in the dreams of Lebbeus Wood. It is a huge circular fortress: it is a fence, a trap, a scaffold, a citadel and a home for a humanity beyond every statesman.

Prima dell’avvento della maglia ippodamea, la conformazione della prima città tendeva al cerchio, forse perché struttura più allineata all’impulso naturale che spinge alla costruzione di un aggregato urbano. L’impianto circolare ricorre nella storia già dall’antica città mesopotamica Mari, fondata su fortificazioni concentriche, fino a quello della più recente cittadina tedesca di Nördlingen, costruita nel cratere tondeggiante lasciato dall’antico impatto di un meteorite. È strano. Noi siamo abituati a pensare al cerchio come espressione del divino ed è senza dubbio la simbologia a condizionare questa associazione, mentre lega il quadrato all’uomo e alle sue creazioni. Tuttavia, se pensiamo ai primi segni che i bambini tendono a tracciare ci accorgiamo che sono proprio delle figure che assomigliano molto da vicino a un cerchio. Credo ci sia un che di impalpabile che lega questa figura euclidea in maniera preminente all’uomo e alle sue sperimentazioni: dalla circonferenza che ha dimostrato la bravura di Giotto alle Case Matakam di Mokolo basate sull’aggregazione di cilindri di terra battuta, dalle prime indagini sul moto perpetuo alla corona semovente sullo Stretto di Messina di Giuseppe Perugini. La lista comparativa potrebbe proseguire ancora a lungo perché il cerchio persiste come matrice inesauribile di nuove forme, come generoso vaticinio fuori da ogni tempo e area didattica: compone una parte sostanziale dello strumentario iconologico a disposizione dell’uomo e dell’architettura e ha il potere - nella composizione - di affievolirsi fino a scomparire o dichiararsi in maniera enfatica, schietta e smaccata. Lo si può riconoscere nella città, nella piazza, nella forma della casa, nel recinto, nei siti di culto, negli anfiteatri, nelle torri e nelle strutture difensive. Allora ho provato ad attingere alla figura fondamentale del cerchio contaminandola con tutte le mie nevrosi e affezioni. Tale commistione mi ha portato a tratteggiare un luogo strano, impreciso e simultaneo dove alcuni frammenti di realtà rincorrono gli improbabili mostri ritratti nelle favole per bambini. L’oggetto sembra quasi adagiarsi sul ventre della terra e plasmare i suoi tunnel di accesso come le zampe semoventi del castello errante disegnato da Hayao Miyazaki nel 2004. L’ho immaginato con la forma di una sottile corona sopra Pompei mentre si agghinda dei suoi resti con modalità simili a quelle delle creature che popolavano Manhattan nei sogni onirici di Lebbeus Wood. È una fortezza circolare enorme: è recinto, trappola, patibolo, cittadella e casa per un’umanità di là da ogni statista.

Il cerchio e altre aberrazioni / Arcopinto, Luigi. - In: DROMOS. - ISSN 2239-6284. - 07(2022), pp. 44-44.

Il cerchio e altre aberrazioni

Arcopinto, Luigi
2022

Abstract

Before the advent of the hippocampal mesh, the conformation of the first city tended to the circle, perhaps because structure more aligned to the natural impulse that pushes to the construction of an urban aggregate. The circular layout has been used throughout history from the ancient Mesopotamian city of Mari, founded on concentric fortifications, to that of the more recent German town of Nördlingen, built in the round crater left by the ancient impact of a meteorite. It’s weird. We are accustomed to think of the circle as an expression of the divine and it is undoubtedly the symbology that conditions this association, as it binds the square to man and his creations. However, if we think of the first signs that children tend to trace, we realize that they are indeed figures that resemble very closely a circle. I believe that there is an impalpable link between this euclidean figure and mankind and his experiments: from the circle that has demonstrated the skill of Giotto to the Houses Matakam of Mokolo based on the aggregation of clay cylinders, from the first investigations on perpetual motion to the self-propelled crown on the Strait of Messina by Giuseppe Perugini. The comparative list could continue for a long time because the circle persists as an inexhaustible matrix of new forms, as a generous prophecy out of all time and educational area: composes a substantial part of the iconological instruments available to man and architecture and has the power - in the composition - to fade to disappear or declare themselves in an emphatic, candid and unmarked. It can be recognized in the city, in the square, in the shape of the house, in the enclosure, in the places of worship, in the amphitheaters, in the towers and in the defensive structures. So I tried to draw on the fundamental figure of the circle by contaminating it with all my neuroses and affections. This mixture has led me to outline a strange, inaccurate and simultaneous place where some fragments of reality chase the improbable monsters portrayed in children’s fairy tales. The object almost seems to lie on the belly of the earth and shape its access tunnels like the self-propelled legs of the wandering castle designed by Hayao Miyazaki in 2004.I imagined him with the shape of a thin crown over Pompeii as he adorns himself with his remains in ways similar to those of the creatures that populated Manhattan in the dreams of Lebbeus Wood. It is a huge circular fortress: it is a fence, a trap, a scaffold, a citadel and a home for a humanity beyond every statesman.
2022
Prima dell’avvento della maglia ippodamea, la conformazione della prima città tendeva al cerchio, forse perché struttura più allineata all’impulso naturale che spinge alla costruzione di un aggregato urbano. L’impianto circolare ricorre nella storia già dall’antica città mesopotamica Mari, fondata su fortificazioni concentriche, fino a quello della più recente cittadina tedesca di Nördlingen, costruita nel cratere tondeggiante lasciato dall’antico impatto di un meteorite. È strano. Noi siamo abituati a pensare al cerchio come espressione del divino ed è senza dubbio la simbologia a condizionare questa associazione, mentre lega il quadrato all’uomo e alle sue creazioni. Tuttavia, se pensiamo ai primi segni che i bambini tendono a tracciare ci accorgiamo che sono proprio delle figure che assomigliano molto da vicino a un cerchio. Credo ci sia un che di impalpabile che lega questa figura euclidea in maniera preminente all’uomo e alle sue sperimentazioni: dalla circonferenza che ha dimostrato la bravura di Giotto alle Case Matakam di Mokolo basate sull’aggregazione di cilindri di terra battuta, dalle prime indagini sul moto perpetuo alla corona semovente sullo Stretto di Messina di Giuseppe Perugini. La lista comparativa potrebbe proseguire ancora a lungo perché il cerchio persiste come matrice inesauribile di nuove forme, come generoso vaticinio fuori da ogni tempo e area didattica: compone una parte sostanziale dello strumentario iconologico a disposizione dell’uomo e dell’architettura e ha il potere - nella composizione - di affievolirsi fino a scomparire o dichiararsi in maniera enfatica, schietta e smaccata. Lo si può riconoscere nella città, nella piazza, nella forma della casa, nel recinto, nei siti di culto, negli anfiteatri, nelle torri e nelle strutture difensive. Allora ho provato ad attingere alla figura fondamentale del cerchio contaminandola con tutte le mie nevrosi e affezioni. Tale commistione mi ha portato a tratteggiare un luogo strano, impreciso e simultaneo dove alcuni frammenti di realtà rincorrono gli improbabili mostri ritratti nelle favole per bambini. L’oggetto sembra quasi adagiarsi sul ventre della terra e plasmare i suoi tunnel di accesso come le zampe semoventi del castello errante disegnato da Hayao Miyazaki nel 2004. L’ho immaginato con la forma di una sottile corona sopra Pompei mentre si agghinda dei suoi resti con modalità simili a quelle delle creature che popolavano Manhattan nei sogni onirici di Lebbeus Wood. È una fortezza circolare enorme: è recinto, trappola, patibolo, cittadella e casa per un’umanità di là da ogni statista.
cerchio; Pompei; città; lebbeus wood; Giuseppe Perugini
01 Pubblicazione su rivista::01a Articolo in rivista
Il cerchio e altre aberrazioni / Arcopinto, Luigi. - In: DROMOS. - ISSN 2239-6284. - 07(2022), pp. 44-44.
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