The act of "dressing" some sacred anthropomorphic images periodically performed by the Otomì ritual specialists of Santa Ana Hueytlalpan (Hidalgo, Mexico) is examined in the light of the "anthropological theory of anthropomorphism" proposed by Carlo Severi in his recent book “L’oggetto-persona”. In particular, the author considers three material personifications of the extra-human entities from which the ritual specialists derive their powers; usually called zitâhmu or antiguas, these objects are made up of an anthropomorphic wooden structure in which a lithic or ceramic head of archaeological origin is inserted. In the case examined here, two of the three figures whose clothes are changed and to whom food is offered are devoid of the stone that usually constitutes the materialization of the revered entity. In addition to this, the ritual change of these "person-objects’" garments is repeated by several ritualists a few hours apart from one another. This demonstrates that the essence of the ritual consists precisely in "giving body" to such extra-human entities through the act of dressing them, thus performing a mental act of "projection" that makes them present and active on the ritual scenery. In this way, the rite strengthens the bond between these entities and the ritual actors and is a prelude to their subsequent penetration of the latters’ bodies. This causes a form of mantic possession, in which the extra-human entities provide bystanders with revelations useful to orient themselves and act in the world.

L’articolo esamina le periodiche pratiche di “vestizione” riservate ad alcune immagini sacre antropomorfe dagli specialisti rituali otomì di Santa Ana Hueytlalpan (Hidalgo, Messico) alla luce della “teoria antropologica dell’antropomorfismo” proposta da Carlo Severi nel recente volume L’oggetto-persona. In particolare si evidenzia il fatto che nello specifico caso esaminato – riguardante tre personificazioni materiali delle entità extraumane da cui gli specialisti rituali derivano i propri poteri (solitamente dette zitâhmu o antiguas, e costituite da una struttura lignea antropomorfa in cui è inserita una testina litica o ceramica, di provenienza archeologica) – due delle tre figure cui si cambiano le vesti e si offre del cibo sono prive della pietruzza che abitualmente costituisce la materializzazione dell’entità venerata. In aggiunta a ciò, il rito del cambiamento delle vesti di questi “oggetti-persona” viene ripetuto da diversi ritualisti a distanza di poche ore. Da ciò si deduce che l’essenza del rituale consiste appunto nel “dare corpo” attraverso l’atto della vestizione alle entità extraumane, compiendo un atto mentale di “proiezione” che le rende presenti e attive sulla scena del rito. In tal modo, il rito rinsalda il vincolo tra queste e gli operatori rituali e prelude alla successiva penetrazione delle prime nel corpo dei secondi, che dà luogo a una forma di possessione mantica, in cui le entità extraumane forniscono agli astanti rivelazioni preziose per orientarsi ed agire nel mondo.

Vestire immateriali presenze: riflessioni su alcuni oggetti rituali otomì alla luce de L’oggetto persona di Carlo Severi / Lupo, Alessandro. - In: LARES. - ISSN 0023-8503. - 87:1(2021), pp. 17-30.

Vestire immateriali presenze: riflessioni su alcuni oggetti rituali otomì alla luce de L’oggetto persona di Carlo Severi

Lupo Alessandro
2021

Abstract

The act of "dressing" some sacred anthropomorphic images periodically performed by the Otomì ritual specialists of Santa Ana Hueytlalpan (Hidalgo, Mexico) is examined in the light of the "anthropological theory of anthropomorphism" proposed by Carlo Severi in his recent book “L’oggetto-persona”. In particular, the author considers three material personifications of the extra-human entities from which the ritual specialists derive their powers; usually called zitâhmu or antiguas, these objects are made up of an anthropomorphic wooden structure in which a lithic or ceramic head of archaeological origin is inserted. In the case examined here, two of the three figures whose clothes are changed and to whom food is offered are devoid of the stone that usually constitutes the materialization of the revered entity. In addition to this, the ritual change of these "person-objects’" garments is repeated by several ritualists a few hours apart from one another. This demonstrates that the essence of the ritual consists precisely in "giving body" to such extra-human entities through the act of dressing them, thus performing a mental act of "projection" that makes them present and active on the ritual scenery. In this way, the rite strengthens the bond between these entities and the ritual actors and is a prelude to their subsequent penetration of the latters’ bodies. This causes a form of mantic possession, in which the extra-human entities provide bystanders with revelations useful to orient themselves and act in the world.
2021
L’articolo esamina le periodiche pratiche di “vestizione” riservate ad alcune immagini sacre antropomorfe dagli specialisti rituali otomì di Santa Ana Hueytlalpan (Hidalgo, Messico) alla luce della “teoria antropologica dell’antropomorfismo” proposta da Carlo Severi nel recente volume L’oggetto-persona. In particolare si evidenzia il fatto che nello specifico caso esaminato – riguardante tre personificazioni materiali delle entità extraumane da cui gli specialisti rituali derivano i propri poteri (solitamente dette zitâhmu o antiguas, e costituite da una struttura lignea antropomorfa in cui è inserita una testina litica o ceramica, di provenienza archeologica) – due delle tre figure cui si cambiano le vesti e si offre del cibo sono prive della pietruzza che abitualmente costituisce la materializzazione dell’entità venerata. In aggiunta a ciò, il rito del cambiamento delle vesti di questi “oggetti-persona” viene ripetuto da diversi ritualisti a distanza di poche ore. Da ciò si deduce che l’essenza del rituale consiste appunto nel “dare corpo” attraverso l’atto della vestizione alle entità extraumane, compiendo un atto mentale di “proiezione” che le rende presenti e attive sulla scena del rito. In tal modo, il rito rinsalda il vincolo tra queste e gli operatori rituali e prelude alla successiva penetrazione delle prime nel corpo dei secondi, che dà luogo a una forma di possessione mantica, in cui le entità extraumane forniscono agli astanti rivelazioni preziose per orientarsi ed agire nel mondo.
Otomì; oggetti rituali; possessione; Carlo Severi; antropomorfismo
01 Pubblicazione su rivista::01a Articolo in rivista
Vestire immateriali presenze: riflessioni su alcuni oggetti rituali otomì alla luce de L’oggetto persona di Carlo Severi / Lupo, Alessandro. - In: LARES. - ISSN 0023-8503. - 87:1(2021), pp. 17-30.
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