Cartografia per l’infanzia: il disegno cartografico per promuovere l’alfabetizzazione geografica

Tra geografia e cartografia esiste un legame intrinseco che tende a instaurare rapporti identitari tra le due, in passato come oggi. Se «alle origini del pensiero occidentale, come di quello moderno troviamo una quasi perfetta coincidenza tra geografia e cartografia» (Dematteis, 1985, p. 91) attualmente nel linguaggio ‘popolare’ dei non addetti ai lavori i due termini si confondono l’uno – geografia – nell’altro – cartografia (ma raramente il contrario!). Nella difficoltà di associare alla geografia uno specifico oggetto di studio e/o un peculiare ambito di intervento, non solo tra i non addetti ai lavori, la carta geografica assurge spesso a rassicurante simbolo della disciplina, soprattutto in ambito scolastico. Se non si ha un’idea precisa della geografia almeno si sarà in grado di riconoscerne l’emblema, a volte quasi il feticcio, al contempo fonte ed esito di conoscenza. La carta geografica, infatti, è strumento di conoscenza quando viene usata come fonte, ad esempio negli studi di geografia storica (Cantile, 2013; Masetti, 2008), ma è anche prodotto di conoscenza quando viene usata per visualizzare e presentare i risultati di studi sul territorio (Boria, 2018).