Il catasto descrittivo dell’Aquila realizzato da Ettore Gesualdo nel 1550 rappresenta una fonte molto interessante per l’approfondimento degli studi sul rapporto tra la città e il suo territorio nel corso dei secoli. Come è noto, la fondazione nel XIII secolo coinvolse gli abitanti del contado in un inurbamento progressivo all’interno delle mura, dove vennero delineati i cosiddetti localia, spazi edificabili da quanti avessero scelto di trasferirvisi. Attraverso la rilevazione catastale cinquecentesca si svilupperà l’analisi dei locali del Quarto di San Giorgio che, come emerge dalla cartografia storica, non registrarono le medesime dinamiche di popolamento rinvenibili – con opportune differenze a seconda delle zone esaminate – nel resto della città. Approfondendo quanto è stato finora ricostruito, le informazioni desumibili dalla fonte catastale permettono di ottenere una restituzione fedele delle proprietà, dei proprietari e delle destinazioni d’uso delle tenute del quarto, con un’attenzione particolare, ove presente, alla provenienza dei possidenti. I dati così estrapolati consentono infatti di indagare la continuità geostorica dei legami tra la dimensione extra e quella intus ancora nel XVI secolo, a seguito della separazione fiscale e amministrativa tra città e contado.
Il catasto Gesualdi (1550) e lo studio del rapporto tra L'Aquila e il contado / Ciaglia, Filiberto. - (2022). (Intervento presentato al convegno I catasti storici dal tardo medioevo ad oggi. Uno strumento sempre utile per gli studi geografici e la storia del territorio tenutosi a Pisa; Italia).
Il catasto Gesualdi (1550) e lo studio del rapporto tra L'Aquila e il contado
Filiberto Ciaglia
2022
Abstract
Il catasto descrittivo dell’Aquila realizzato da Ettore Gesualdo nel 1550 rappresenta una fonte molto interessante per l’approfondimento degli studi sul rapporto tra la città e il suo territorio nel corso dei secoli. Come è noto, la fondazione nel XIII secolo coinvolse gli abitanti del contado in un inurbamento progressivo all’interno delle mura, dove vennero delineati i cosiddetti localia, spazi edificabili da quanti avessero scelto di trasferirvisi. Attraverso la rilevazione catastale cinquecentesca si svilupperà l’analisi dei locali del Quarto di San Giorgio che, come emerge dalla cartografia storica, non registrarono le medesime dinamiche di popolamento rinvenibili – con opportune differenze a seconda delle zone esaminate – nel resto della città. Approfondendo quanto è stato finora ricostruito, le informazioni desumibili dalla fonte catastale permettono di ottenere una restituzione fedele delle proprietà, dei proprietari e delle destinazioni d’uso delle tenute del quarto, con un’attenzione particolare, ove presente, alla provenienza dei possidenti. I dati così estrapolati consentono infatti di indagare la continuità geostorica dei legami tra la dimensione extra e quella intus ancora nel XVI secolo, a seguito della separazione fiscale e amministrativa tra città e contado.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.