Dal 1963 al 1972 la Rai manda in onda, prima sul Programma Nazionale, poi sul Secondo Programma, la trasmissione culturale L’Approdo. Settimanale di Lettere e Arti, nata originariamente come trasmissione radiofonica (1945-1977), alla quale negli anni Cinquanta si affianca l’omonima rivista cartacea pubblicata dall’ERI (1952-1954; 1958-1977), nel cui comitato direttivo compaiono, tra gli altri, Roberto Longhi, Emilio Cecchi, Riccardo Bacchelli, Giuseppe Ungaretti. L’Approdo televisivo è dunque parte di un progetto culturale longevo e di ampio respiro, che vede alcuni tra gli intellettuali più autorevoli nel panorama nazionale alle prese con le nuove possibilità di racconto e divulgazione offerte dalla TV. Benché l’ambito privilegiato del programma sia quello letterario, le arti visive vi giocano un ruolo decisivo: l’articolo riflette su quest’ultimo aspetto, con l’obiettivo di analizzare la politica culturale della trasmissione in relazione all’arte contemporanea, alla luce dell’indirizzo educativo e pedagogico della televisione italiana degli anni Sessanta. Grazie alla consultazione sistematica del Catalogo Multimediale delle Teche Rai, vengono presi in esame gli artisti, le tendenze e le rassegne espositive affrontati dal programma e vengono analizzati i modelli e i generi attraverso cui L’Approdo ha trattato e divulgato l’arte del XX secolo, traducendola secondo i linguaggi specifici della televisione, per un pubblico più vasto e composito rispetto a quello degli attori e dei fruitori abituali del sistema dell’arte. L’Approdo televisivo è un caso di studio particolarmente significativo, da un lato, perché il programma è di per sé una fonte utile per la storiografia artistica, dall’altro, perché la sua analisi consente di misurare la distanza tra la fortuna storico-critica e quella televisiva di artisti, temi e correnti della contemporaneità.
L’Approdo televisivo e l’arte del Novecento / Perna, Raffaella. - In: PIANO B. - ISSN 2531-9876. - 3:2(2019), pp. 16-39. [10.6092/issn.2531-9876/9221]
L’Approdo televisivo e l’arte del Novecento
Raffaella Perna
2019
Abstract
Dal 1963 al 1972 la Rai manda in onda, prima sul Programma Nazionale, poi sul Secondo Programma, la trasmissione culturale L’Approdo. Settimanale di Lettere e Arti, nata originariamente come trasmissione radiofonica (1945-1977), alla quale negli anni Cinquanta si affianca l’omonima rivista cartacea pubblicata dall’ERI (1952-1954; 1958-1977), nel cui comitato direttivo compaiono, tra gli altri, Roberto Longhi, Emilio Cecchi, Riccardo Bacchelli, Giuseppe Ungaretti. L’Approdo televisivo è dunque parte di un progetto culturale longevo e di ampio respiro, che vede alcuni tra gli intellettuali più autorevoli nel panorama nazionale alle prese con le nuove possibilità di racconto e divulgazione offerte dalla TV. Benché l’ambito privilegiato del programma sia quello letterario, le arti visive vi giocano un ruolo decisivo: l’articolo riflette su quest’ultimo aspetto, con l’obiettivo di analizzare la politica culturale della trasmissione in relazione all’arte contemporanea, alla luce dell’indirizzo educativo e pedagogico della televisione italiana degli anni Sessanta. Grazie alla consultazione sistematica del Catalogo Multimediale delle Teche Rai, vengono presi in esame gli artisti, le tendenze e le rassegne espositive affrontati dal programma e vengono analizzati i modelli e i generi attraverso cui L’Approdo ha trattato e divulgato l’arte del XX secolo, traducendola secondo i linguaggi specifici della televisione, per un pubblico più vasto e composito rispetto a quello degli attori e dei fruitori abituali del sistema dell’arte. L’Approdo televisivo è un caso di studio particolarmente significativo, da un lato, perché il programma è di per sé una fonte utile per la storiografia artistica, dall’altro, perché la sua analisi consente di misurare la distanza tra la fortuna storico-critica e quella televisiva di artisti, temi e correnti della contemporaneità.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
Perna_L'Approdo televisivo e l'arte del 900_2019.pdf
solo gestori archivio
Tipologia:
Versione editoriale (versione pubblicata con il layout dell'editore)
Licenza:
Tutti i diritti riservati (All rights reserved)
Dimensione
692.52 kB
Formato
Adobe PDF
|
692.52 kB | Adobe PDF | Contatta l'autore |
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.