Il 18 novembre 1923, con Regio Decreto n. 2895, viene istituito sotto forma di ente morale il “Consiglio Nazionale di Ricerche”, istituto nazionale impegnato nelle discipline umanistiche, le cui finalità vennero definite dallo statuto emanato l’anno successivo. Nel documento vengono chiaramente esplicitate le finalità volte a «coordinare ed eccitare l’attività nazionale nei differenti rami della scienza e delle sue applicazioni; mantenersi in contatto con i diversi Enti statali per tutte quelle questioni, relative alle scienze ed alle loro applicazioni pratiche, la cui soluzione sia interessante ed utile al paese; quando i mezzi lo consentano, a gestire ed eventualmente istituire laboratori scientifici per ricerche di carattere generale o speciale», per le quali vengono destinati dei locali presso la Regia Accademia dei Lincei. Ben presto l’inadeguatezza e la frammentazione sul territorio degli spazi di pertinenza dell’Istituto rendono necessaria la progettazione di un edificio che possa ospitarli nella loro interezza. L’intervento promosso da Guglielmo Marconi, localizzato in un’area tra la città Universitaria e gli edifici del Ministero dell’Aereonautica, si materializza con i lavori avviati nel 1933 e diretti da Andrea Carlini, secondo le forme stilistiche delineate dal progettista incaricato Dagoberto Ortensi, ingegnere marchigiano specializzato nella progettazione di impianti sportivi. L’edificio, avente il ruolo di quinta prospettica rispetto al Viale del Policlinico e al Piazzale Aldo Moro (già Piazzale delle Scienze), si sviluppa su una superficie di oltre 6.000 metri quadrati. L’impianto trapezoidale viene svuotato in pianta da una corte centrale tipica dell’edificio palaziale romano, mentre il prospetto principale evoca i propilei di Arnaldo Foschini adottati per l’ingresso monumentale della Sapienza, connotato dai tipici elementi e materiali costruttivi ricorrenti nell’architettura littoria: il paramento a cortina ed il travertino. Il palazzo di Ortensi rappresenta inoltre il punto nodale nell’operazione urbanistica del nuovo polo scientifico della capitale che manifesta la volontà della nazione a proiettarsi verso il modernismo del XX secolo. Il presente contributo mira a delineare le relazioni formali e architettoniche tra gli Istituti di Ricerca Internazionali, come il Centre National de la Recherche Scientifique, e l’esperienza romana manifestata dall’edificio del CNR, in un contesto storico in cui la venustas architettonica non solo si allontana dall’Accademia del secolo precedente, ma è contestualmente veicolo di un preciso programma politico.
Centro nazionale delle Ricerche di Roma. Dagoberto Ortensi, Marcello Rebecchini, Francesco Papi, Antonio Carlini / Lucchetti, Simone; Ravesi, Rossana. - In: PANTEON. - ISSN 2723-9934. - (2022), pp. 28-33.
Centro nazionale delle Ricerche di Roma. Dagoberto Ortensi, Marcello Rebecchini, Francesco Papi, Antonio Carlini
Simone Lucchetti;Rossana Ravesi
2022
Abstract
Il 18 novembre 1923, con Regio Decreto n. 2895, viene istituito sotto forma di ente morale il “Consiglio Nazionale di Ricerche”, istituto nazionale impegnato nelle discipline umanistiche, le cui finalità vennero definite dallo statuto emanato l’anno successivo. Nel documento vengono chiaramente esplicitate le finalità volte a «coordinare ed eccitare l’attività nazionale nei differenti rami della scienza e delle sue applicazioni; mantenersi in contatto con i diversi Enti statali per tutte quelle questioni, relative alle scienze ed alle loro applicazioni pratiche, la cui soluzione sia interessante ed utile al paese; quando i mezzi lo consentano, a gestire ed eventualmente istituire laboratori scientifici per ricerche di carattere generale o speciale», per le quali vengono destinati dei locali presso la Regia Accademia dei Lincei. Ben presto l’inadeguatezza e la frammentazione sul territorio degli spazi di pertinenza dell’Istituto rendono necessaria la progettazione di un edificio che possa ospitarli nella loro interezza. L’intervento promosso da Guglielmo Marconi, localizzato in un’area tra la città Universitaria e gli edifici del Ministero dell’Aereonautica, si materializza con i lavori avviati nel 1933 e diretti da Andrea Carlini, secondo le forme stilistiche delineate dal progettista incaricato Dagoberto Ortensi, ingegnere marchigiano specializzato nella progettazione di impianti sportivi. L’edificio, avente il ruolo di quinta prospettica rispetto al Viale del Policlinico e al Piazzale Aldo Moro (già Piazzale delle Scienze), si sviluppa su una superficie di oltre 6.000 metri quadrati. L’impianto trapezoidale viene svuotato in pianta da una corte centrale tipica dell’edificio palaziale romano, mentre il prospetto principale evoca i propilei di Arnaldo Foschini adottati per l’ingresso monumentale della Sapienza, connotato dai tipici elementi e materiali costruttivi ricorrenti nell’architettura littoria: il paramento a cortina ed il travertino. Il palazzo di Ortensi rappresenta inoltre il punto nodale nell’operazione urbanistica del nuovo polo scientifico della capitale che manifesta la volontà della nazione a proiettarsi verso il modernismo del XX secolo. Il presente contributo mira a delineare le relazioni formali e architettoniche tra gli Istituti di Ricerca Internazionali, come il Centre National de la Recherche Scientifique, e l’esperienza romana manifestata dall’edificio del CNR, in un contesto storico in cui la venustas architettonica non solo si allontana dall’Accademia del secolo precedente, ma è contestualmente veicolo di un preciso programma politico.File | Dimensione | Formato | |
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