Introduzione- Premesse e scopo dello studio Nonostante la vaccinazione contro il morbillo da parte degli operatori sanitari sia fortemente raccomandata in Europa, molti studi hanno evidenziato la loro bassa copertura vaccinale e un significativo coinvolgimento in epidemie ospedaliere, particolarmente costose e compromettenti per la qualità e sicurezza dell’assistenza sanitaria. L’obiettivo di questo studio è stato quello di analizzare le caratteristiche dei casi di morbillo registrati tra operatori sanitari, identificarne i modelli di trasmissione epidemiologica ed offrire considerazioni rilevanti per il dibattito attuale sulle politiche vaccinali. Materiali e metodi I casi di morbillo notificati tra operatori sanitari sono stati raccolti attraverso il Sistema Nazionale di Sorveglianza Integrata del Morbillo e della Rosolia dal 1 gennaio 2013 al 15 maggio 2019. Contestualmente, ove compilate, sono state analizzate le schede descrittive dei focolai di morbillo che annualmente vengono inviate all'Organizzazione Mondiale della Sanità come parte del report nazionale sullo stato di avanzamento dell’eliminazione del morbillo e della rosolia congenita in Italia per il periodo 2014-2018. Risultati La Sorveglianza Integrata di Morbillo e Rosolia ha registrato 730 casi di morbillo avvenuti in operatori sanitari nel periodo 2013- 2018. Le Regioni maggiormente interessate sono state Lombardia, Lazio, Toscana, Emilia-Romagna, Sicilia e Piemonte, con il sesso femminile il più colpito (64%). Oltre il 70% dei casi totali era di età compresa tra i 15 e i 39 anni e più dell’90% delle volte non vaccinato. Nei primi mesi del 2019, già 54 casi su 956 riguardano operatori sanitari, di cui 17 sono associati a focolai ospedalieri. Relativamente al quinquennio 2014-2018, su un totale di 144 focolai coinvolgenti operatori sanitari, 64 schede descrittive sono state debitamente compilate. La maggior parte dei focolai è stata confinata in ospedale (47%) ma un’altra parte (36%) si è successivamente diffusa anche in comunità. I casi indice sono stati principalmente pazienti arrivati in ospedale per una sintomatologia riconducibile al morbillo ma, negli ultimi anni, anche una percentuale consistente di operatori sanitari è stata identificata come fonte iniziale di contagio. Similmente, il numero di focolai con più di un operatore sanitario coinvolto ha registrato un lieve aumento nel tempo. Conclusioni I dati mostrano come gli operatori sanitari svolgano un ruolo fondamentale nella trasmissione del morbillo, specialmente per quanto riguarda le epidemie in ambiente ospedaliero. Politiche sanitarie volte ad aumentare le loro coperture vaccinali sono pertanto fondamentali per limitare la diffusione del virus e l'impatto economico e sanitario sulle istituzioni
Epidemia di morbillo in Italia ed operatori sanitari. È giunto il momento di agire? Il punto della situazione / Baccolini, V.; Sindoni, A.; Rosso, A.; Adamo, G.; Massimi, A.; Pitini, E.; Filia, A.; Bella, A.; DE VITO, C.; Marzuillo, C.; Villari, P.. - In: JOURNAL OF PREVENTIVE MEDICINE AND HYGIENE. - ISSN 1121-2233. - 60:3/Supplemento 1(2019), pp. 383-383. (Intervento presentato al convegno 52° Congresso Nazionale Società Italiana di Igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica (SItI) tenutosi a Perugia; Italia).
Epidemia di morbillo in Italia ed operatori sanitari. È giunto il momento di agire? Il punto della situazione
V. BACCOLINI;A. SINDONI;A. ROSSO;G. ADAMO;A. MASSIMI;E. PITINI;C. DE VITO;C. MARZUILLO;P. VILLARI
2019
Abstract
Introduzione- Premesse e scopo dello studio Nonostante la vaccinazione contro il morbillo da parte degli operatori sanitari sia fortemente raccomandata in Europa, molti studi hanno evidenziato la loro bassa copertura vaccinale e un significativo coinvolgimento in epidemie ospedaliere, particolarmente costose e compromettenti per la qualità e sicurezza dell’assistenza sanitaria. L’obiettivo di questo studio è stato quello di analizzare le caratteristiche dei casi di morbillo registrati tra operatori sanitari, identificarne i modelli di trasmissione epidemiologica ed offrire considerazioni rilevanti per il dibattito attuale sulle politiche vaccinali. Materiali e metodi I casi di morbillo notificati tra operatori sanitari sono stati raccolti attraverso il Sistema Nazionale di Sorveglianza Integrata del Morbillo e della Rosolia dal 1 gennaio 2013 al 15 maggio 2019. Contestualmente, ove compilate, sono state analizzate le schede descrittive dei focolai di morbillo che annualmente vengono inviate all'Organizzazione Mondiale della Sanità come parte del report nazionale sullo stato di avanzamento dell’eliminazione del morbillo e della rosolia congenita in Italia per il periodo 2014-2018. Risultati La Sorveglianza Integrata di Morbillo e Rosolia ha registrato 730 casi di morbillo avvenuti in operatori sanitari nel periodo 2013- 2018. Le Regioni maggiormente interessate sono state Lombardia, Lazio, Toscana, Emilia-Romagna, Sicilia e Piemonte, con il sesso femminile il più colpito (64%). Oltre il 70% dei casi totali era di età compresa tra i 15 e i 39 anni e più dell’90% delle volte non vaccinato. Nei primi mesi del 2019, già 54 casi su 956 riguardano operatori sanitari, di cui 17 sono associati a focolai ospedalieri. Relativamente al quinquennio 2014-2018, su un totale di 144 focolai coinvolgenti operatori sanitari, 64 schede descrittive sono state debitamente compilate. La maggior parte dei focolai è stata confinata in ospedale (47%) ma un’altra parte (36%) si è successivamente diffusa anche in comunità. I casi indice sono stati principalmente pazienti arrivati in ospedale per una sintomatologia riconducibile al morbillo ma, negli ultimi anni, anche una percentuale consistente di operatori sanitari è stata identificata come fonte iniziale di contagio. Similmente, il numero di focolai con più di un operatore sanitario coinvolto ha registrato un lieve aumento nel tempo. Conclusioni I dati mostrano come gli operatori sanitari svolgano un ruolo fondamentale nella trasmissione del morbillo, specialmente per quanto riguarda le epidemie in ambiente ospedaliero. Politiche sanitarie volte ad aumentare le loro coperture vaccinali sono pertanto fondamentali per limitare la diffusione del virus e l'impatto economico e sanitario sulle istituzioniFile | Dimensione | Formato | |
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