Questo articolo analizza le principali forme di governo coloniale dei depositi di diamante della Sierra Leone nel periodo compreso tra il 1930 e la fine degli anni Cinquanta. La tesi qui sostenuta è che, in una prima fase, l’amministrazione coloniale britannica esercitò il suo potere attraverso strumenti e tecniche di governo di tipo legale e disciplinare. In questo senso, la mappatura dei territori; l'emanazione di una serie di ordinanze pensate per regolare l'accesso alle aree minerarie; la creazione di una forza di sicurezza per la sorveglianza di queste stesse aree; sono alcuni degli esempi di una più ampia strategia governamentale che si trovò a gestire i crescenti flussi migratori di minatori illegali diretti verso le aree diamantifere. Nella seconda metà degli anni Cinquanta i dirigenti della SLST e gli amministratori coloniali si resero conto, tuttavia, che occorreva cambiare strategia. Con la decisione di porre fine al monopolio, la gestione coloniale della risorsa diamanti prese sempre più la forma obliqua di un arte del governare la popolazione. Detto in altri termini, per prevenire i furti e il contrabbando, la popolazione che abitava le aree diamantifere divenne, al contempo, bersaglio e strumento di un’azione di governo che cercava di domare l’indomabile: l’incerta distribuzione dei diamanti e il non sempre prevedibile movimento di persone, idee e cose. L'ingresso dell’economia all'interno dell'esercizio politico contribuì così alla definizione di nuove soggettività coloniali. In questo articolo mostrerò quindi come gli amministratori coloniali elaborarono diverse definizioni di straniero al fine di escludere i minatori africani dall’estrazione dei diamanti. Tuttavia, questi sforzi si trovarono ad affrontare l’impossibile compito di individuare una categoria legale statica per gestire una realtà sociale storicamente fluida e complessa.
Governare il territorio e la popolazione in Sierra Leone (1930-1956) / D'Angelo, L. - In: AFRICHE E ORIENTI. - ISSN 1592-6753. - 3/4:(2013), pp. 153-168.
Governare il territorio e la popolazione in Sierra Leone (1930-1956)
D'ANGELO L
Primo
Writing – Original Draft Preparation
2013
Abstract
Questo articolo analizza le principali forme di governo coloniale dei depositi di diamante della Sierra Leone nel periodo compreso tra il 1930 e la fine degli anni Cinquanta. La tesi qui sostenuta è che, in una prima fase, l’amministrazione coloniale britannica esercitò il suo potere attraverso strumenti e tecniche di governo di tipo legale e disciplinare. In questo senso, la mappatura dei territori; l'emanazione di una serie di ordinanze pensate per regolare l'accesso alle aree minerarie; la creazione di una forza di sicurezza per la sorveglianza di queste stesse aree; sono alcuni degli esempi di una più ampia strategia governamentale che si trovò a gestire i crescenti flussi migratori di minatori illegali diretti verso le aree diamantifere. Nella seconda metà degli anni Cinquanta i dirigenti della SLST e gli amministratori coloniali si resero conto, tuttavia, che occorreva cambiare strategia. Con la decisione di porre fine al monopolio, la gestione coloniale della risorsa diamanti prese sempre più la forma obliqua di un arte del governare la popolazione. Detto in altri termini, per prevenire i furti e il contrabbando, la popolazione che abitava le aree diamantifere divenne, al contempo, bersaglio e strumento di un’azione di governo che cercava di domare l’indomabile: l’incerta distribuzione dei diamanti e il non sempre prevedibile movimento di persone, idee e cose. L'ingresso dell’economia all'interno dell'esercizio politico contribuì così alla definizione di nuove soggettività coloniali. In questo articolo mostrerò quindi come gli amministratori coloniali elaborarono diverse definizioni di straniero al fine di escludere i minatori africani dall’estrazione dei diamanti. Tuttavia, questi sforzi si trovarono ad affrontare l’impossibile compito di individuare una categoria legale statica per gestire una realtà sociale storicamente fluida e complessa.File | Dimensione | Formato | |
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