Molti avvenimenti successivi alla proclamazione dell’armistizio italiano dell’8 settembre 1943, possono essere ricostruiti e analizzati solo attraverso lo studio della memorialistica, per la mancanza di documentazione amministrativa ufficiale. È questo il caso del disarmo dei militari italiani ad opera dell’ex alleato tedesco. Proprio dalla lettura degli scritti personali dei militari appartenenti alla Regia Aeronautica, appare evidente come gli uomini della Wehrmacht ottennero la cessione delle armi perseguendo due diverse strategie: per i reparti italiani dislocati nel Nord Italia, avendo contezza della superiorità qualitativa e quantitativa determinata da una preventiva azione di rafforzamento dell’area, procedettero al disarmo con sorpresa, rapidità e l’uso della forza, senza alcuna contrattazione; differentemente, nei fronti esteri quali Albania, Grecia e Isole dell’Egeo, dove i comandi tedeschi non avevano una scontata superiorità, le memorie ci rendono conto di come la cessione delle armi da parte degli italiani avvenne con l’ingannevole accordo di un loro sicuro rientro a casa. Al disarmo seguì la deportazione e l’assegnazione del non status di Internati Militari Italiani.
Con la forza o con l’inganno. Il disarmo dei militari italiani dopo l’8 settembre 1943 nelle memorie aeronautiche / Grassia, Edoardo. - 2/2021(2021), pp. 275-312.
Con la forza o con l’inganno. Il disarmo dei militari italiani dopo l’8 settembre 1943 nelle memorie aeronautiche
Edoardo Grassia
2021
Abstract
Molti avvenimenti successivi alla proclamazione dell’armistizio italiano dell’8 settembre 1943, possono essere ricostruiti e analizzati solo attraverso lo studio della memorialistica, per la mancanza di documentazione amministrativa ufficiale. È questo il caso del disarmo dei militari italiani ad opera dell’ex alleato tedesco. Proprio dalla lettura degli scritti personali dei militari appartenenti alla Regia Aeronautica, appare evidente come gli uomini della Wehrmacht ottennero la cessione delle armi perseguendo due diverse strategie: per i reparti italiani dislocati nel Nord Italia, avendo contezza della superiorità qualitativa e quantitativa determinata da una preventiva azione di rafforzamento dell’area, procedettero al disarmo con sorpresa, rapidità e l’uso della forza, senza alcuna contrattazione; differentemente, nei fronti esteri quali Albania, Grecia e Isole dell’Egeo, dove i comandi tedeschi non avevano una scontata superiorità, le memorie ci rendono conto di come la cessione delle armi da parte degli italiani avvenne con l’ingannevole accordo di un loro sicuro rientro a casa. Al disarmo seguì la deportazione e l’assegnazione del non status di Internati Militari Italiani.File | Dimensione | Formato | |
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