Prime riflessioni sulla tassazione degli influencers

Il contributo analizza il ruolo degli influencers nel moderno panorama imprenditoriale e la conseguente necessità di revisionare le attuali forme di tassazione della ricchezza digitale. Il fenomeno, che si inquadra in un’epoca di crisi economica e sanitaria, manifesta la propria innovatività nello sfruttamento di piattaforme digitali di recentissima introduzione a scopi commerciali, sulle quali oggi una persona può diventare famosa grazie alla presenza digitale testimoniata dai followers. Poiché elevati numeri di followers consentono agli influencers di essere ingaggiati per sponsorizzazioni e altri incarichi, remunerati in misura largamente superiore alla media, si può ritenere che i followers costituiscano un fattore fondamentale nel processo produttivo dell’influencer; al tempo stesso, essi esprimono una capacità attrattiva e divulgativa che ha portato taluni influencers a occupare una posizione dominante sul mercato riconducibile alla nozione di capacità contributiva ex art. 53, Cost. A fronte di ciò, si ipotizza un intervento legislativo, configurabile in tre diverse forme: in primo luogo, si immagina un intervento generale, che adegui la disciplina dell’Irpef a queste nuove forme di produzione di ricchezza; in via ulteriore, si riflette sull’opportunità di introdurre un’influencer tax, strutturata come un’imposta sui sovraprofitti, ovvero sul modello dell’Irap. Il gettito generato da un tributo specifico potrebbe perseguire uno scopo correttivo, ed essere in parte destinato all’impellente necessità di restituire i prestiti europei originati dalla crisi economica, ma soprattutto alle fasce meno abbienti della popolazione, al fine di garantire la redistribuzione della ricchezza in ossequio ai doveri costituzionali di eguaglianza e solidarietà.