All’inizio del Novecento nel palcoscenico urbano del nuovo piazzale Flaminio di Roma va in scena l’ultima recita di quel colto eclettismo romano sensibile al necessario ”ambientamento” delle nuove opere nella città antica. L’architetto Ojetti progetta un villino in un lotto di nuova espansione di fronte alla Porta del Popolo. Lo storico dell’architettura, riferendosi alla tradizione rinascimentale del Sanzio, di Della Porta e di Fontana, ne adotta l’uso raffinato della prospettiva illusionistica, strumento di regolazione percettiva dell’architettura nel proprio contesto urbano. Tuttavia Ojetti va oltre, superando la dimensione storicistica dell’opera, egli incide il mantello eclettico dei fronti innestando un’architettura modernista. Un paradosso artistico ben compreso negli anni ’70 dall’architettura di Luigi Moretti che gli sorgerà accanto e che istituisce con quello un rapporto diretto esaltandone il ruolo di colloquio e di raccordo della città antica con quella moderna.
Un paradosso dell'eclettismo romano. Il il villino Ojetti-Borruso / Azzaro, Bartolomeo. - In: QUADERNI DELL’ISTITUTO DI STORIA DELL’ARCHITETTURA. - ISSN 0485-4152. - Volume secondo. Saggi in onore di Giovanni Carbonara:73-74, 2021(2021), pp. 363-370.
Un paradosso dell'eclettismo romano. Il il villino Ojetti-Borruso
Bartolomeo Azzaro
2021
Abstract
All’inizio del Novecento nel palcoscenico urbano del nuovo piazzale Flaminio di Roma va in scena l’ultima recita di quel colto eclettismo romano sensibile al necessario ”ambientamento” delle nuove opere nella città antica. L’architetto Ojetti progetta un villino in un lotto di nuova espansione di fronte alla Porta del Popolo. Lo storico dell’architettura, riferendosi alla tradizione rinascimentale del Sanzio, di Della Porta e di Fontana, ne adotta l’uso raffinato della prospettiva illusionistica, strumento di regolazione percettiva dell’architettura nel proprio contesto urbano. Tuttavia Ojetti va oltre, superando la dimensione storicistica dell’opera, egli incide il mantello eclettico dei fronti innestando un’architettura modernista. Un paradosso artistico ben compreso negli anni ’70 dall’architettura di Luigi Moretti che gli sorgerà accanto e che istituisce con quello un rapporto diretto esaltandone il ruolo di colloquio e di raccordo della città antica con quella moderna.File | Dimensione | Formato | |
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