Il presente elaborato è indirizzato ad un’indagine sul fenomeno di conversione di luoghi sacri e riuso di spolia provenienti da templi hindu profanati da parte dei musulmani, durante il periodo della conquista islamica del subcontinente indiano. L’elaborato si struttura in tre sezioni, le quali forniscono un graduale avvicinamento al tema di approfondimento storico-artistico dedicato alla moschea di Warangal, sorta nel Deccan del XIV secolo, periodo durante il quale le dinastie musulmane Khalji e Tughlaq del Sultanato ampliarono i loro domini verso il sud dell’India. Dal punto di vista storiografico, fenomeni quali profanazione e riuso di spolia furono primariamente interpretati come atti di iconoclastia, nonché violenti attacchi da parte di una religione aniconica come l’Islam nei confronti di una religione idolatrica e delle sue strutture religiose, poiché proliferanti di icone sacre, eludendo, spesso, quelle che sono invece le differenze regionali e storiche degli atti distruttivi. Solo secondariamente, talvolta, vengono rintracciate ed analizzate le circostanze sociopolitiche in cui si verifica la distruzione di strutture ed immagini.
Rivisitare la presunta iconoclastia islamica: il caso di Warangal / Corna, Lidia. - In: RIVISTA DI STUDI INDO-MEDITERRANEI. - ISSN 2279-7025. - XI:(2021).
Rivisitare la presunta iconoclastia islamica: il caso di Warangal
Corna, Lidia
2021
Abstract
Il presente elaborato è indirizzato ad un’indagine sul fenomeno di conversione di luoghi sacri e riuso di spolia provenienti da templi hindu profanati da parte dei musulmani, durante il periodo della conquista islamica del subcontinente indiano. L’elaborato si struttura in tre sezioni, le quali forniscono un graduale avvicinamento al tema di approfondimento storico-artistico dedicato alla moschea di Warangal, sorta nel Deccan del XIV secolo, periodo durante il quale le dinastie musulmane Khalji e Tughlaq del Sultanato ampliarono i loro domini verso il sud dell’India. Dal punto di vista storiografico, fenomeni quali profanazione e riuso di spolia furono primariamente interpretati come atti di iconoclastia, nonché violenti attacchi da parte di una religione aniconica come l’Islam nei confronti di una religione idolatrica e delle sue strutture religiose, poiché proliferanti di icone sacre, eludendo, spesso, quelle che sono invece le differenze regionali e storiche degli atti distruttivi. Solo secondariamente, talvolta, vengono rintracciate ed analizzate le circostanze sociopolitiche in cui si verifica la distruzione di strutture ed immagini.File | Dimensione | Formato | |
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