La Cina è stata oggetto negli ultimi 30 anni di uno sviluppo urbanistico tale da portare a costruire quello che in Europa è stato realizzato nell’arco di un secolo e tutto ciò, in molti casi, a discapito della qualità edilizia e urbana e con una serie di conseguenze a livello ambientale. Ad oggi, per diverse ragioni, questo clima di grande euforia sembra stia iniziando a cambiare, dando spazio a nuovi indirizzi culturali e tendenze architettoniche. Una prima ragione di questo cambiamento è legata al piano di urbanizzazione nazionale, varato nel 2014 al fine di promuovere uno sviluppo urbano sostenibile da attuare entro il 2020. La seconda ragione è dovuta alla nuova coscienza progettuale maturata nei cosi detti “studenti di ritorno”, giovani che hanno studiato nelle scuole di architettura occidentali e che, tornati in patria, hanno intrapreso un’attività progettuale capace di coniugare la formazione ricevuta all’estero con la cultura locale, assumendo una posizione critica nei confronti del dilagare dell’architettura del profitto e dello spreco sia nelle forme espressive più avanzate che in quelle ammiccanti al vernacolare. I testi e le opere raccolte nel mettono a confronto l’operato di studi internazionali, sia stranieri come i noti Zaha Hadid e MVRDV, che cinesi come Vector Architects e MAD Architects, con quello di studi cinesi attivi principalmente in patria, portatori di una nuova sensibilità e approccio al progetto e alla trasformazione del territorio.
Editoriale "Architettura in Cina. Nuove tendenze" / Mandolesi, Domizia. - In: L'INDUSTRIA DELLE COSTRUZIONI. - ISSN 0579-4900. - Anno LIII gennaio-febbraio 2020:471(2020), pp. 4-5.
Editoriale "Architettura in Cina. Nuove tendenze"
domizia mandolesiPrimo
2020
Abstract
La Cina è stata oggetto negli ultimi 30 anni di uno sviluppo urbanistico tale da portare a costruire quello che in Europa è stato realizzato nell’arco di un secolo e tutto ciò, in molti casi, a discapito della qualità edilizia e urbana e con una serie di conseguenze a livello ambientale. Ad oggi, per diverse ragioni, questo clima di grande euforia sembra stia iniziando a cambiare, dando spazio a nuovi indirizzi culturali e tendenze architettoniche. Una prima ragione di questo cambiamento è legata al piano di urbanizzazione nazionale, varato nel 2014 al fine di promuovere uno sviluppo urbano sostenibile da attuare entro il 2020. La seconda ragione è dovuta alla nuova coscienza progettuale maturata nei cosi detti “studenti di ritorno”, giovani che hanno studiato nelle scuole di architettura occidentali e che, tornati in patria, hanno intrapreso un’attività progettuale capace di coniugare la formazione ricevuta all’estero con la cultura locale, assumendo una posizione critica nei confronti del dilagare dell’architettura del profitto e dello spreco sia nelle forme espressive più avanzate che in quelle ammiccanti al vernacolare. I testi e le opere raccolte nel mettono a confronto l’operato di studi internazionali, sia stranieri come i noti Zaha Hadid e MVRDV, che cinesi come Vector Architects e MAD Architects, con quello di studi cinesi attivi principalmente in patria, portatori di una nuova sensibilità e approccio al progetto e alla trasformazione del territorio.File | Dimensione | Formato | |
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