In Italia il patrimonio di pregio storico architettonico, quello naturale e paesaggistico, costituisce una risorsa preziosa per la molteplicità di espressioni culturali, sociali e ambientali che rappresenta e la questione della sua manutenzione è al centro di una particolare attenzione, di un acceso dibattito e anche di posizioni a volte fortemente conservatrici. La spiccata inclinazione alla conservazione, segno di una sensibilità quasi connaturata alla nostra cultura, sostenuta dai noti fenomeni legati alla progressiva decrescita della popolazione, ai problemi energetici e ambientali e alla crisi economica, ha prodotto, dalla metà degli anni ’80, un approccio interpretativo della morfologia urbana teso al miglioramento del già costruito anziché improntato all’espansione del territorio e all’ulteriore consumo di suolo. Negli ultimi anni, con l’aggravarsi della crisi economica e di fronte all’ulteriore rallentamento dell’attività di trasformazione della città e del territorio, il lavoro progettuale di interpretazione e riscrittura su manufatti esistenti costituisce per un gruppo abbastanza numeroso di architetti operanti nel panorama dell’architettura italiana l’attività prevalente, un’espressione tipica e un luogo di ricerca forse più impegnativo ma anche molto stimolante.
Editoriale "Rassegna italiana. Intervenire sull'esistente" / Mandolesi, Domizia. - In: L'INDUSTRIA DELLE COSTRUZIONI. - ISSN 0579-4900. - Anno LIII novembre-dicembre 2020:476(2020), pp. 2-3.
Editoriale "Rassegna italiana. Intervenire sull'esistente"
domizia mandolesiPrimo
2020
Abstract
In Italia il patrimonio di pregio storico architettonico, quello naturale e paesaggistico, costituisce una risorsa preziosa per la molteplicità di espressioni culturali, sociali e ambientali che rappresenta e la questione della sua manutenzione è al centro di una particolare attenzione, di un acceso dibattito e anche di posizioni a volte fortemente conservatrici. La spiccata inclinazione alla conservazione, segno di una sensibilità quasi connaturata alla nostra cultura, sostenuta dai noti fenomeni legati alla progressiva decrescita della popolazione, ai problemi energetici e ambientali e alla crisi economica, ha prodotto, dalla metà degli anni ’80, un approccio interpretativo della morfologia urbana teso al miglioramento del già costruito anziché improntato all’espansione del territorio e all’ulteriore consumo di suolo. Negli ultimi anni, con l’aggravarsi della crisi economica e di fronte all’ulteriore rallentamento dell’attività di trasformazione della città e del territorio, il lavoro progettuale di interpretazione e riscrittura su manufatti esistenti costituisce per un gruppo abbastanza numeroso di architetti operanti nel panorama dell’architettura italiana l’attività prevalente, un’espressione tipica e un luogo di ricerca forse più impegnativo ma anche molto stimolante.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
Mandolesi_Editoriale_2020.pdf
solo gestori archivio
Tipologia:
Documento in Post-print (versione successiva alla peer review e accettata per la pubblicazione)
Licenza:
Tutti i diritti riservati (All rights reserved)
Dimensione
255.87 kB
Formato
Adobe PDF
|
255.87 kB | Adobe PDF | Contatta l'autore |
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.