Il Green Deal europeo decreta l’inizio della corsa verso un tessuto urbano energeticamente efficiente, definito net zero energy, per dar vita a nuove forme di abitare sostenibili e resilienti. La parola resilienza acquista sempre più importanza in diverse discipline che si occupano dell’ambito urbano, soprattutto in relazione agli eventi calamitosi che sempre più spesso colpiscono i centri abitati. La resilienza, infatti, viene sempre più frequentemente associata al cambiamento climatico in atto che sta manifestando i suoi effetti a livello globale in diverse situazioni e con diverse intensità. In questo contesto le amministrazioni locali si trovano oggi sempre più coinvolte nella progettazione di strategie di adattamento e mitigazione come chiavi per un nuovo modo di organizzare la città e come efficaci risposte alle diverse tipologie di rischi naturali e antropici che si concentrano nelle aree urbane . Dal rischio alluvionale al rischio desertificazione, i sistemi urbani sembrano essere le entità che maggiormente affrontano le conseguenze di quell’insieme sistemico di fenomeni, frequenti e violenti, che sono effetto del cambiamento climatico in atto a scala globale. Gli studi scientifici riguardanti la vulnerabilità dei sistemi urbani sostengono che l’alta concentrazione di questi fenomeni all’interno della città sia dovuta sostanzialmente a due fattori: il drastico impatto negativo esercitato dall’ambiente fortemente antropizzato sulla componente naturale e l’elevata concentrazione di attività maggiormente responsabili dell’inquinamento atmosferico terrestre. A questi fattori si aggiunge una considerazione che sta acquistando valore in alcuni studi statistici relativa alla crescente e apparatemene inevitabile espansione delle stesse città. I principali fattori di inquinamento dei centri abitati sono ormai generalmente identificati nell’uso smisurato delle automobili private e nel consumo eccessivo di risorse che, per la maggior parte, ancora attinge a fonti non rinnovabili (come centrali elettriche a carbone). In questo contesto, diviene dunque di fondamentale importanza individuare a diverse scale ed ambiti alcune soluzioni in grado di implementare l’utilizzo di fonti rinnovabili e che, di conseguenza, riducano le emissioni di anidride carbonica. Proprio la consapevolezza di essere sul punto di non ritorno sta infatti obbligando la maggior parte degli stati che ha partecipato alla COP26 ad agire concretamente sulla tipologia di produzione energetica per abbattere quasi totalmente le emissioni di carbonio. Come conseguenza, i nostri centri abitati costituiscono il luogo in cui diviene maggiormente necessario stabilire strategie di azione e misure di intervento, e divengono al contempo il campo di ricerca e sperimentazione privilegiato per definire una risposta realmente efficace ai problemi descritti . Tuttavia, nonostante la maggior parte delle politiche urbane si dichiari attualmente concretamente impegnata nella pianificazione volta a generare città più resilienti , non è ancora chiaro se l’approccio perseguito, caratterizzato da strategie di intervento parziali, settorializzate e divise per scale e discipline, sia realmente efficace. Appare sempre più necessario sviluppare un’ottica di azione quanto più sistemica ed integrata per il raggiungimento di un grado di sostenibilità ambientale ed energetica congruo agli obiettivi prefissati dalle organizzazioni mondiali.
Quartieri energicamente sostenibili: strategie progettuali a confronto / Cassaro, PASCAL FEDERICO. - In: L'INDUSTRIA DELLE COSTRUZIONI. - ISSN 0579-4900. - Anno LIV:482(2021), pp. 70-85.
Quartieri energicamente sostenibili: strategie progettuali a confronto
Cassaro Pascal FedericoPrimo
Writing – Review & Editing
2021
Abstract
Il Green Deal europeo decreta l’inizio della corsa verso un tessuto urbano energeticamente efficiente, definito net zero energy, per dar vita a nuove forme di abitare sostenibili e resilienti. La parola resilienza acquista sempre più importanza in diverse discipline che si occupano dell’ambito urbano, soprattutto in relazione agli eventi calamitosi che sempre più spesso colpiscono i centri abitati. La resilienza, infatti, viene sempre più frequentemente associata al cambiamento climatico in atto che sta manifestando i suoi effetti a livello globale in diverse situazioni e con diverse intensità. In questo contesto le amministrazioni locali si trovano oggi sempre più coinvolte nella progettazione di strategie di adattamento e mitigazione come chiavi per un nuovo modo di organizzare la città e come efficaci risposte alle diverse tipologie di rischi naturali e antropici che si concentrano nelle aree urbane . Dal rischio alluvionale al rischio desertificazione, i sistemi urbani sembrano essere le entità che maggiormente affrontano le conseguenze di quell’insieme sistemico di fenomeni, frequenti e violenti, che sono effetto del cambiamento climatico in atto a scala globale. Gli studi scientifici riguardanti la vulnerabilità dei sistemi urbani sostengono che l’alta concentrazione di questi fenomeni all’interno della città sia dovuta sostanzialmente a due fattori: il drastico impatto negativo esercitato dall’ambiente fortemente antropizzato sulla componente naturale e l’elevata concentrazione di attività maggiormente responsabili dell’inquinamento atmosferico terrestre. A questi fattori si aggiunge una considerazione che sta acquistando valore in alcuni studi statistici relativa alla crescente e apparatemene inevitabile espansione delle stesse città. I principali fattori di inquinamento dei centri abitati sono ormai generalmente identificati nell’uso smisurato delle automobili private e nel consumo eccessivo di risorse che, per la maggior parte, ancora attinge a fonti non rinnovabili (come centrali elettriche a carbone). In questo contesto, diviene dunque di fondamentale importanza individuare a diverse scale ed ambiti alcune soluzioni in grado di implementare l’utilizzo di fonti rinnovabili e che, di conseguenza, riducano le emissioni di anidride carbonica. Proprio la consapevolezza di essere sul punto di non ritorno sta infatti obbligando la maggior parte degli stati che ha partecipato alla COP26 ad agire concretamente sulla tipologia di produzione energetica per abbattere quasi totalmente le emissioni di carbonio. Come conseguenza, i nostri centri abitati costituiscono il luogo in cui diviene maggiormente necessario stabilire strategie di azione e misure di intervento, e divengono al contempo il campo di ricerca e sperimentazione privilegiato per definire una risposta realmente efficace ai problemi descritti . Tuttavia, nonostante la maggior parte delle politiche urbane si dichiari attualmente concretamente impegnata nella pianificazione volta a generare città più resilienti , non è ancora chiaro se l’approccio perseguito, caratterizzato da strategie di intervento parziali, settorializzate e divise per scale e discipline, sia realmente efficace. Appare sempre più necessario sviluppare un’ottica di azione quanto più sistemica ed integrata per il raggiungimento di un grado di sostenibilità ambientale ed energetica congruo agli obiettivi prefissati dalle organizzazioni mondiali.File | Dimensione | Formato | |
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