Negli ultimi anni il dibattito sul paesaggio ha riservato crescente attenzione al rapporto tra agricoltura, spazio rurale, città e progetto. Il paesaggio agrario italiano è stato il luogo delle grandi trasformazioni novecentesche, dove l’urbanizzazione, l’industrializzazione e le politiche pubbliche si sono riflesse, determinando nuove relazioni figurali e funzionali tra le parti. Nel tentativo di analizzarne i caratteri e concorrere alla costruzione di nuovi scenari, abbiamo privilegiato l’indagine sul mutamento e concentrato l’attenzione sulle "ragioni" e gli "agenti" delle trasformazioni. Al tempo stesso abbiamo provato a guardare all’agricoltura come fatto territoriale, convinte che se la scala dell’unità aziendale è inadeguata a restituire i rapporti tra sistemi insediativi e colturali, la lettura delle trame e delle figure stenta a confrontarsi con i fatti economici e sociali, determinanti nella costruzione del paesaggio. Pertanto, guardando alle diversità non come esito di percorsi identitari locali, bensì come vie per la definizione di nuove strutture territoriali, risultato di processi comuni ditrasformazione (Clementi et al., 1996) - non le differenze territoriali ma le corrispondenze manifeste - abbiamo osservato i cambiamenti come invarianti stesse del territorio, alla ricerca di quei rapporti che sono alla base del progetto. Il paesaggio rappresenta un metodo d’indagine dei fatti territoriali, il paesaggio agrario una sintesi dei cambiamenti nei rapporti tra forme insediative e organizzazione produttiva.
Il Paesaggio agrario: interpretare temi e forme del mutamento / DI DONATO, Benedetta; Cavallo, Aurora. - In: NETWORK IN PROGRESS. - ISSN 2281-1176. - 28(2015), pp. 22-35.
Il Paesaggio agrario: interpretare temi e forme del mutamento
Benedetta Di Donato;
2015
Abstract
Negli ultimi anni il dibattito sul paesaggio ha riservato crescente attenzione al rapporto tra agricoltura, spazio rurale, città e progetto. Il paesaggio agrario italiano è stato il luogo delle grandi trasformazioni novecentesche, dove l’urbanizzazione, l’industrializzazione e le politiche pubbliche si sono riflesse, determinando nuove relazioni figurali e funzionali tra le parti. Nel tentativo di analizzarne i caratteri e concorrere alla costruzione di nuovi scenari, abbiamo privilegiato l’indagine sul mutamento e concentrato l’attenzione sulle "ragioni" e gli "agenti" delle trasformazioni. Al tempo stesso abbiamo provato a guardare all’agricoltura come fatto territoriale, convinte che se la scala dell’unità aziendale è inadeguata a restituire i rapporti tra sistemi insediativi e colturali, la lettura delle trame e delle figure stenta a confrontarsi con i fatti economici e sociali, determinanti nella costruzione del paesaggio. Pertanto, guardando alle diversità non come esito di percorsi identitari locali, bensì come vie per la definizione di nuove strutture territoriali, risultato di processi comuni ditrasformazione (Clementi et al., 1996) - non le differenze territoriali ma le corrispondenze manifeste - abbiamo osservato i cambiamenti come invarianti stesse del territorio, alla ricerca di quei rapporti che sono alla base del progetto. Il paesaggio rappresenta un metodo d’indagine dei fatti territoriali, il paesaggio agrario una sintesi dei cambiamenti nei rapporti tra forme insediative e organizzazione produttiva.File | Dimensione | Formato | |
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