During the 1960s’ Vangard in Rome, architects and artists pursued political and social commitment with the same passion as they pursued new forms of expression among Pop Art, Arte Povera, Brutalism and Radical Architecture. The Faculty of Architecture had little more than a dozen female students enrolled, and among them, Giovanna De Sanctis Ricciardone, who had already perceived the impossibility to separate social engagement from creativity. Graduated in 1964, he moves as an architect, artist and activist (first in Communism and then in militant feminism) seamlessly. Form an meaning merged for the first time with Maternity and Birth in 1973, with which the “art-architect” (as she describes herself) discovers (and declares) that being a living woman in cultural, artistic and professional universes implies a different approach in substance rather than in form: there is no "feminine" art but there are women who experience art through their being "females". In 1974 he joined the roman association Il Politecnico, affirming herself in artistic profession participating at the X Quadriennale of Rome in 1975. The motto “Woman, art and revolution” became a manifesto to research an architectural spacial occupation creates artworks in which Renaissance and avant-garde find their place in a unique and polysemistic language. Symbology is key for interpretation and representation of reality. Through the study of the educational and artistic works of Giovanna De Sanctis Ricciardone, it will be possible: to understand the social and political context in Rome from the Sixties to the Eighties; to discover the condition of female artists and architects in before an after the feminist militancy; to distinguish "self-management" from "self-gating" of women within the art world; to improve the use of woman as a symbol of strength instead of the use of women's symbols as a shield.

Durante la Neoavanguardia degli Anni ’60 a Roma, l’ impegno politico e sociale era perseguito da architetti e artisti con lo stesso impegno con cui venivano ricercate nuove forme espressive formali e concettuali tra Pop Art, Brutalismo e Arte Povera. La Facoltà di Architettura contava poco più di una decina di iscritte donna e tra loro Giovanna De Sanctis Ricciardone, che ha già intuito l’inscindibilità dell’essere umano sociale dall’essere umano creativo. Laureata nel 1964, si muove come architetto, artista e attivista (prima nel comunismo e poi nel femminismo militanti) senza soluzione di continuità. Significato e significante si fondo per la prima volta con l’opera Maternità e nascita del 1973, con la quale l’”archi-artista” scopre (e dichiara) che essere donna viva negli universi culturale, artistico e professionale implica un approccio diverso nella sostanza più che nella forma: non esiste un’arte “femminile” ma esistono donne che vivono l’arte attraverso il loro essere “femmine”. Nel 1974 si unisce all’associazione Il Politecnico di Roma, affermandosi nel professionismo artistico nel 1975 con la partecipazione alla X Quadriennale di Roma -"Nuova generazione" . Donna, arte e rivoluzione come manifesto per una ricerca nella quale una concezione architettonica dell’occupazione dello spazio permette la creazione di opere in cui rinascimento e avanguardia trovano il loro posto in un linguaggio espressivo unico e polisemico, in cui la simbologia è chiave per l’interpretazione e la rappresentazione della realtà. Attraverso lo studio del percorso formativo e artistico e delle opere di Giovanna De Sanctis Ricciardone, sarà possibile capire il contesto sociale e politico dell’Avanguardia romana, scoprire la condizione delle donne artiste e professioniste e gli effetti della militanza femminista degli Anni’70, distinguere tra “autogestione” e “autoghettizzazione” femminile all’interno del mondo dell’arte, riconoscere la forza dell’uso donna come simbolo al posto dei simboli della donne come scudo.

Beyond Architecture: Politics, Feminism and Art as a Way of Life. The Work of Giovanna De Sanctis Ricciardone / Riciputo, Anna. - (2018), pp. 6-14. (Intervento presentato al convegno 3rd MoMoWo International Conference-Workshop University of Oviedo tenutosi a Oviedo).

Beyond Architecture: Politics, Feminism and Art as a Way of Life. The Work of Giovanna De Sanctis Ricciardone

Anna Riciputo
2018

Abstract

During the 1960s’ Vangard in Rome, architects and artists pursued political and social commitment with the same passion as they pursued new forms of expression among Pop Art, Arte Povera, Brutalism and Radical Architecture. The Faculty of Architecture had little more than a dozen female students enrolled, and among them, Giovanna De Sanctis Ricciardone, who had already perceived the impossibility to separate social engagement from creativity. Graduated in 1964, he moves as an architect, artist and activist (first in Communism and then in militant feminism) seamlessly. Form an meaning merged for the first time with Maternity and Birth in 1973, with which the “art-architect” (as she describes herself) discovers (and declares) that being a living woman in cultural, artistic and professional universes implies a different approach in substance rather than in form: there is no "feminine" art but there are women who experience art through their being "females". In 1974 he joined the roman association Il Politecnico, affirming herself in artistic profession participating at the X Quadriennale of Rome in 1975. The motto “Woman, art and revolution” became a manifesto to research an architectural spacial occupation creates artworks in which Renaissance and avant-garde find their place in a unique and polysemistic language. Symbology is key for interpretation and representation of reality. Through the study of the educational and artistic works of Giovanna De Sanctis Ricciardone, it will be possible: to understand the social and political context in Rome from the Sixties to the Eighties; to discover the condition of female artists and architects in before an after the feminist militancy; to distinguish "self-management" from "self-gating" of women within the art world; to improve the use of woman as a symbol of strength instead of the use of women's symbols as a shield.
2018
3rd MoMoWo International Conference-Workshop University of Oviedo
Durante la Neoavanguardia degli Anni ’60 a Roma, l’ impegno politico e sociale era perseguito da architetti e artisti con lo stesso impegno con cui venivano ricercate nuove forme espressive formali e concettuali tra Pop Art, Brutalismo e Arte Povera. La Facoltà di Architettura contava poco più di una decina di iscritte donna e tra loro Giovanna De Sanctis Ricciardone, che ha già intuito l’inscindibilità dell’essere umano sociale dall’essere umano creativo. Laureata nel 1964, si muove come architetto, artista e attivista (prima nel comunismo e poi nel femminismo militanti) senza soluzione di continuità. Significato e significante si fondo per la prima volta con l’opera Maternità e nascita del 1973, con la quale l’”archi-artista” scopre (e dichiara) che essere donna viva negli universi culturale, artistico e professionale implica un approccio diverso nella sostanza più che nella forma: non esiste un’arte “femminile” ma esistono donne che vivono l’arte attraverso il loro essere “femmine”. Nel 1974 si unisce all’associazione Il Politecnico di Roma, affermandosi nel professionismo artistico nel 1975 con la partecipazione alla X Quadriennale di Roma -"Nuova generazione" . Donna, arte e rivoluzione come manifesto per una ricerca nella quale una concezione architettonica dell’occupazione dello spazio permette la creazione di opere in cui rinascimento e avanguardia trovano il loro posto in un linguaggio espressivo unico e polisemico, in cui la simbologia è chiave per l’interpretazione e la rappresentazione della realtà. Attraverso lo studio del percorso formativo e artistico e delle opere di Giovanna De Sanctis Ricciardone, sarà possibile capire il contesto sociale e politico dell’Avanguardia romana, scoprire la condizione delle donne artiste e professioniste e gli effetti della militanza femminista degli Anni’70, distinguere tra “autogestione” e “autoghettizzazione” femminile all’interno del mondo dell’arte, riconoscere la forza dell’uso donna come simbolo al posto dei simboli della donne come scudo.
avanguardia; arte; architettura; Roma; Giovanna de Sanctis Ricciardone
04 Pubblicazione in atti di convegno::04b Atto di convegno in volume
Beyond Architecture: Politics, Feminism and Art as a Way of Life. The Work of Giovanna De Sanctis Ricciardone / Riciputo, Anna. - (2018), pp. 6-14. (Intervento presentato al convegno 3rd MoMoWo International Conference-Workshop University of Oviedo tenutosi a Oviedo).
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