La dimensione sociale del linguaggio nei dibattiti italiani del dopoguerra

Un nodo critico della teoria crociana (che ha profondamente influenzato, fra l'altro, la cultura linguistica italiana del Novecento) riguarda la possibilità di identificare la dimensione comunicativa del linguaggio, stante il carattere rigorosamente individuale e irripetibile dell'atto linguistico. Dinanzi alla dissoluzione del concetto di 'lingua' nella categoria di 'pseudoconcetto', i linguisti professionali si trovano a dover rigiustificare teoricamente l'oggetto primario del loro studio. La discussione vive una fase molto importante nel secondo dopoguerra, allorché un libro di Giovanni Nencioni (1946) utilizza la nozione giuridica di 'istituto' per dare sostanza teorica al fenomeno della comunicazione sociale. Nell'articolo vengono indagate le difficoltà di questa soluzione facendo riferimento al dibattito interno alla linguistica di ispirazione saussuriana, e in particolare alla scuola romana di Antonino Pagliaro, dove, grazie agli interventi di Lucidi e Tullio De Mauro si ricerca una soluzione interna, non meramente analogica rispetto al diritto, tale da spiegare teoricamente il meccanismo della comprensione.