Il saggio vuole innanzitutto porsi una domanda: esiste una Roma protorazionalista? O più specificatamente: esiste a Roma un’architettura associabile al protorazionalismo? E nel caso in cui esista: a quali architetture si potrebbe associare? Lungo quali lustri? Attraverso quali protagonisti? Il testo cercherà di fornire i giusti concetti tentando di dare delle possibili risposte; tuttavia, lo scopo principale è quello dell’invito alla riflessione e al tentativo di strutturare in modo oggettivo una certa architettura romana compresa tra gli anni Dieci e Venti, non altrimenti classificabile perché non propriamente ascrivibile né al filone del cosiddetto Barocchetto, né a quello del Novecento. I limiti temporali di questa ricerca possono essere fissati tra il 1911 e il 1928. La prima data è associata all’Esposizione Internazionale tenutasi a Roma, tra le cui architetture si segnala il padiglione dell’Austria progettato da Josef Hoffmann, un’opera la cui realizzazione potrebbe coincidere idealmente con la germinazione del seme del protorazionalismo nell’Urbe. La seconda invece è data dalla prima Esposizione italiana di Architettura Razionale, tenutasi a Roma proprio nel ’28, da cui nascerà una nuova estetica, la quale costituirà da un lato un’evoluzione ideale e progressiva del protorazionalismo
Roma protorazionalista / Schiavo, Antonio. - In: OP. CIT.. - ISSN 0030-3305. - 173:(2022), pp. 19-31.
Roma protorazionalista
Antonio Schiavo
Primo
2022
Abstract
Il saggio vuole innanzitutto porsi una domanda: esiste una Roma protorazionalista? O più specificatamente: esiste a Roma un’architettura associabile al protorazionalismo? E nel caso in cui esista: a quali architetture si potrebbe associare? Lungo quali lustri? Attraverso quali protagonisti? Il testo cercherà di fornire i giusti concetti tentando di dare delle possibili risposte; tuttavia, lo scopo principale è quello dell’invito alla riflessione e al tentativo di strutturare in modo oggettivo una certa architettura romana compresa tra gli anni Dieci e Venti, non altrimenti classificabile perché non propriamente ascrivibile né al filone del cosiddetto Barocchetto, né a quello del Novecento. I limiti temporali di questa ricerca possono essere fissati tra il 1911 e il 1928. La prima data è associata all’Esposizione Internazionale tenutasi a Roma, tra le cui architetture si segnala il padiglione dell’Austria progettato da Josef Hoffmann, un’opera la cui realizzazione potrebbe coincidere idealmente con la germinazione del seme del protorazionalismo nell’Urbe. La seconda invece è data dalla prima Esposizione italiana di Architettura Razionale, tenutasi a Roma proprio nel ’28, da cui nascerà una nuova estetica, la quale costituirà da un lato un’evoluzione ideale e progressiva del protorazionalismoFile | Dimensione | Formato | |
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