Indeterminatezza, separazione e velocità sempre più esponenziale caratterizzano l'architettura contemporanea e la città globale. Le risposte a queste condizioni sono molteplici ma si può dedurre che esse tendono da un lato a cancellare l'esperienza moderna e dall'altro a mitizzare la stessa esperienza. Non siamo quindi in grado di elaborare un superamento del moderno perché la condizione critica della nostra società è la rappresentazione più autentica dei tratti drammatici e incerti in cui è cresciuta. Siamo immersi nella sua fase più matura; tuttavia il moderno si è rivelato solo in parte: riducendo l'antinomia arte-praticità a fattori pratici, il moderno ha escluso un procedimento che non è solo arida combinazione di praticità e utilità ma sintesi, espressione (Argan, 1935) del rapporto tra uomo e ambiente. Se accettiamo relatività, asimmetrie e parzialità come conquiste e non limiti del moderno, se è vero che i principi delle generazioni precedenti sono ancora validi, che gli esiti sono coerenti con le premesse del moderno e che i fallimenti loro attribuiti rivelano che l'errore era nel metodo, allora è opportuno strutturare un argomento a partire dall'inclusione dei fattori artistici della disciplina, perché l'architettura è intesa come disciplina artistica in grado di indicare un processo ideale che potrebbe portare all'arte (Argan, 1935). Nel mio intervento intendo identificare l'atto creativo con l'atto di resistenza alla condizione contemporanea che comprende il triangolo società-politica-potere (Cacciari, 2019), il rapporto natura-città e le sue conseguenze sul concetto di luogo (Augé, 2016), il potenziale inespresso dell'architettura e la professione 'strappata' dell'architetto. Per Deleuze la resistenza è un atto conservativo fortemente connesso alla durabilità, alla permanenza e quindi alla vita: quindi a questa azione creativa corrisponde la capacità produttiva e trasformativa (Gregotti, 2016) di stabilire nuove relazioni, oggi sconosciute, tra tutti gli elementi coinvolti nella condizioni considerate. Ma per rendere possibile tutto questo è necessario includere modalità artistiche finora escluse, se necessario attingere alle altre discipline artistiche e considerare queste modalità come “corollario della funzione sociale dell'architettura” (Quaroni 1972) e non i suoi margini. Abbiamo ampiamente percorso la strada della praticità e conosciamo i risultati. Occorre dunque esplorare la via dell'arte, senza pregiudizi e se necessario senza obiettività: proprio così possiamo completare l'esperienza del moderno.

Hypothesis for an autopoietic modernity / Oltremarini, Alessandro. - (2020), pp. 344-351. (Intervento presentato al convegno 1st ICONA International Conference on Architecture "CREATIVITY and REALITY. The art of building future cities" tenutosi a Roma).

Hypothesis for an autopoietic modernity

Alessandro Oltremarini
2020

Abstract

Indeterminatezza, separazione e velocità sempre più esponenziale caratterizzano l'architettura contemporanea e la città globale. Le risposte a queste condizioni sono molteplici ma si può dedurre che esse tendono da un lato a cancellare l'esperienza moderna e dall'altro a mitizzare la stessa esperienza. Non siamo quindi in grado di elaborare un superamento del moderno perché la condizione critica della nostra società è la rappresentazione più autentica dei tratti drammatici e incerti in cui è cresciuta. Siamo immersi nella sua fase più matura; tuttavia il moderno si è rivelato solo in parte: riducendo l'antinomia arte-praticità a fattori pratici, il moderno ha escluso un procedimento che non è solo arida combinazione di praticità e utilità ma sintesi, espressione (Argan, 1935) del rapporto tra uomo e ambiente. Se accettiamo relatività, asimmetrie e parzialità come conquiste e non limiti del moderno, se è vero che i principi delle generazioni precedenti sono ancora validi, che gli esiti sono coerenti con le premesse del moderno e che i fallimenti loro attribuiti rivelano che l'errore era nel metodo, allora è opportuno strutturare un argomento a partire dall'inclusione dei fattori artistici della disciplina, perché l'architettura è intesa come disciplina artistica in grado di indicare un processo ideale che potrebbe portare all'arte (Argan, 1935). Nel mio intervento intendo identificare l'atto creativo con l'atto di resistenza alla condizione contemporanea che comprende il triangolo società-politica-potere (Cacciari, 2019), il rapporto natura-città e le sue conseguenze sul concetto di luogo (Augé, 2016), il potenziale inespresso dell'architettura e la professione 'strappata' dell'architetto. Per Deleuze la resistenza è un atto conservativo fortemente connesso alla durabilità, alla permanenza e quindi alla vita: quindi a questa azione creativa corrisponde la capacità produttiva e trasformativa (Gregotti, 2016) di stabilire nuove relazioni, oggi sconosciute, tra tutti gli elementi coinvolti nella condizioni considerate. Ma per rendere possibile tutto questo è necessario includere modalità artistiche finora escluse, se necessario attingere alle altre discipline artistiche e considerare queste modalità come “corollario della funzione sociale dell'architettura” (Quaroni 1972) e non i suoi margini. Abbiamo ampiamente percorso la strada della praticità e conosciamo i risultati. Occorre dunque esplorare la via dell'arte, senza pregiudizi e se necessario senza obiettività: proprio così possiamo completare l'esperienza del moderno.
2020
1st ICONA International Conference on Architecture "CREATIVITY and REALITY. The art of building future cities"
modernity; art; method; contemporary
04 Pubblicazione in atti di convegno::04b Atto di convegno in volume
Hypothesis for an autopoietic modernity / Oltremarini, Alessandro. - (2020), pp. 344-351. (Intervento presentato al convegno 1st ICONA International Conference on Architecture "CREATIVITY and REALITY. The art of building future cities" tenutosi a Roma).
File allegati a questo prodotto
File Dimensione Formato  
Oltremarini_Hypothesis-autopoietic-modernity_2020.pdf

solo gestori archivio

Tipologia: Versione editoriale (versione pubblicata con il layout dell'editore)
Licenza: Tutti i diritti riservati (All rights reserved)
Dimensione 790.42 kB
Formato Adobe PDF
790.42 kB Adobe PDF   Contatta l'autore

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1604292
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact