Il contributo intende mettere in luce i versanti ‘narcisismo’ e ‘ingiustizia radicale’ al cospetto, da una parte delle pulsioni interiori, che oggi muovono anche l’era digitale, volgendo la persona a guardare solo se stessa e ad usare l’altro solo come metro di misura del principio del piacere; dall’altra la necessità di alimentare la dimensione dialogica come unico itinerario che consente di non affermare i concetti secondo dei modelli-dati, bensì di ricercarne fondamenti e contenuti, in una perenne attività di indagine che non si ferma, seguendo un principio di ragione. La figura di un classico, Narciso, si presta, attraverso l’itinerario di Freud, ad evidenziare il desiderio di chiusura e di conservazione dell’interiorità e la costitutività umana di essere con l’altro. Piacere (desiderio) e ragione (realtà) sono presentati contrapposti se presi senza il nesso empatico che li unisca, così sviando il rischio di una giustizia della contingenza da quella giuridica che osserva la condizione umana delle relazioni intersoggettive in una direzione universale e mai ultima, data, una volta per tutte.
Narcisismo e linguaggio giuridico. Prospettive di un '900 giuridico tra Nietzsche e Freud / Palumbo, Ciro. - In: FILOSOFIA DEI DIRITTI UMANI. - ISSN 1129-972X. - (2021), pp. 21-35.
Narcisismo e linguaggio giuridico. Prospettive di un '900 giuridico tra Nietzsche e Freud
Ciro Palumbo
2021
Abstract
Il contributo intende mettere in luce i versanti ‘narcisismo’ e ‘ingiustizia radicale’ al cospetto, da una parte delle pulsioni interiori, che oggi muovono anche l’era digitale, volgendo la persona a guardare solo se stessa e ad usare l’altro solo come metro di misura del principio del piacere; dall’altra la necessità di alimentare la dimensione dialogica come unico itinerario che consente di non affermare i concetti secondo dei modelli-dati, bensì di ricercarne fondamenti e contenuti, in una perenne attività di indagine che non si ferma, seguendo un principio di ragione. La figura di un classico, Narciso, si presta, attraverso l’itinerario di Freud, ad evidenziare il desiderio di chiusura e di conservazione dell’interiorità e la costitutività umana di essere con l’altro. Piacere (desiderio) e ragione (realtà) sono presentati contrapposti se presi senza il nesso empatico che li unisca, così sviando il rischio di una giustizia della contingenza da quella giuridica che osserva la condizione umana delle relazioni intersoggettive in una direzione universale e mai ultima, data, una volta per tutte.File | Dimensione | Formato | |
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