Many researches on urban morphology on the sense and significance of the form, recognize in the cadastral drawing the storytelling of the plural lithic history of the city. (Marrone, Pezzini, 2005, p. 9). They investigate about the repre-sentation of the city to understand the logic and choices that have contributed to settle the present day form of the built space. (Pellegrino, 2006, p. 20). This brief text tries to reflect about the design level, on how much the exegesis of the urban graphic description can be useful to the project.

Molte ricerche sulla morfologia urbana e sul senso e significato della forma urbana sembrano condividere l’ipotesi di considerare l’immagine della città come un testo collettivo scritto a più mani, dove ricercare i segni della formatività. Sebbene essa rappresenti l’esito esemplare del saper fare, che potremmo definire arte, e indurci ad una diffusa azione conservatrice, – sul piano del progetto – sembra più utile definirla come il “luogo delle trasformazioni” (Dalla Negra, 2016), organizzato con tipi, tessuti edilizi ed elementi “connettivi”, che come nell’organismo biologico forniscono nutrimento agli organi vitali costituiti da edilizia di base e da edifici speciali. Tale dfinizione è affine a quello adottata negli studi di morfologia urbana, nei quali ogni aggiunta, ogni nuovo asse connettivo, sovraimposto a quanto preesiste, si lega ad una fase seriore di trasformazione, irripetibile e unica ma anche rappresentativa di un momento culturale distinguibile proprio per la particolare figurazione. La morfologia urbana, che da anni si occupa di studiare la forma, può rivelarsi un utile strumento per la messa a fuoco degli obiettivi progettuali. Lo sforzo della disciplina è quello di studiare i fenomeni d’espressione (la forma formante), esito di azioni collettive e sequenziali che mutano e si adeguano progressivamente al contesto. Forma e riforma, prevalenza del tipo sul tessuto e ipergriglia e super-isolato possono dunque ritenersi elementi utili per interpretare il racconto urbano e decifrare il codice genetico che è, in qualche modo, all’origine della sua forma. Riflettendo sulle norme e sulle pratiche che hanno guidato, alternando fasi di continuità e discontinuità, la trasformazione della città, possiamo immaginare il progetto come un nuovo testo capace di regolare l’equilibrio tra le parti e il tutto, tra quanto ereditato nel contesto storico e quanto appartiene alla dilatata sfera urbana contemporanea, attraverso azioni episodiche calibrate piuttosto sulla dimensione locale.

Il progetto implicito nelle forme della città / Carlotti, Paolo. - In: U+D, URBANFORM AND DESIGN. - ISSN 2384-9207. - 14(2020), pp. 156-161. [10.48255/J.UD.14.2020.016]

Il progetto implicito nelle forme della città

carlotti paolo
2020

Abstract

Many researches on urban morphology on the sense and significance of the form, recognize in the cadastral drawing the storytelling of the plural lithic history of the city. (Marrone, Pezzini, 2005, p. 9). They investigate about the repre-sentation of the city to understand the logic and choices that have contributed to settle the present day form of the built space. (Pellegrino, 2006, p. 20). This brief text tries to reflect about the design level, on how much the exegesis of the urban graphic description can be useful to the project.
2020
Molte ricerche sulla morfologia urbana e sul senso e significato della forma urbana sembrano condividere l’ipotesi di considerare l’immagine della città come un testo collettivo scritto a più mani, dove ricercare i segni della formatività. Sebbene essa rappresenti l’esito esemplare del saper fare, che potremmo definire arte, e indurci ad una diffusa azione conservatrice, – sul piano del progetto – sembra più utile definirla come il “luogo delle trasformazioni” (Dalla Negra, 2016), organizzato con tipi, tessuti edilizi ed elementi “connettivi”, che come nell’organismo biologico forniscono nutrimento agli organi vitali costituiti da edilizia di base e da edifici speciali. Tale dfinizione è affine a quello adottata negli studi di morfologia urbana, nei quali ogni aggiunta, ogni nuovo asse connettivo, sovraimposto a quanto preesiste, si lega ad una fase seriore di trasformazione, irripetibile e unica ma anche rappresentativa di un momento culturale distinguibile proprio per la particolare figurazione. La morfologia urbana, che da anni si occupa di studiare la forma, può rivelarsi un utile strumento per la messa a fuoco degli obiettivi progettuali. Lo sforzo della disciplina è quello di studiare i fenomeni d’espressione (la forma formante), esito di azioni collettive e sequenziali che mutano e si adeguano progressivamente al contesto. Forma e riforma, prevalenza del tipo sul tessuto e ipergriglia e super-isolato possono dunque ritenersi elementi utili per interpretare il racconto urbano e decifrare il codice genetico che è, in qualche modo, all’origine della sua forma. Riflettendo sulle norme e sulle pratiche che hanno guidato, alternando fasi di continuità e discontinuità, la trasformazione della città, possiamo immaginare il progetto come un nuovo testo capace di regolare l’equilibrio tra le parti e il tutto, tra quanto ereditato nel contesto storico e quanto appartiene alla dilatata sfera urbana contemporanea, attraverso azioni episodiche calibrate piuttosto sulla dimensione locale.
forma urbana; morfologia urbana; città
01 Pubblicazione su rivista::01a Articolo in rivista
Il progetto implicito nelle forme della città / Carlotti, Paolo. - In: U+D, URBANFORM AND DESIGN. - ISSN 2384-9207. - 14(2020), pp. 156-161. [10.48255/J.UD.14.2020.016]
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1599788
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