Questo contributo intende riconsiderare il ruolo del pubblico nei musei di antichità nel Settecento. A questo scopo viene preso in esame il panorama europeo per capire cronologie diverse e questioni trasversali, incrociando dati provenienti sia dagli studi museali che dalle ricerche sui consumi culturali, sulla storia delle biblioteche e sulla storia dei giardini. Precedenti indagini sul pubblico dei musei nel XVIII secolo sono state di fatto fortemente condizionate dalle stesse fonti utilizzate per la ricostruzione delle modalità di visita. La letteratura di viaggio ha rappresentato infatti una delle poche fonti disponibili, ma rappresenta una fonte già in sé elitaria, in quanto seleziona a monte chi era in grado di finanziare la pubblicazione del resoconto della propria esperienza nel museo. L’autrice, dunque, mira piuttosto ad un confronto tra regolamenti museali e rari studi sui registri di accesso alle gallerie, secondo un approccio inclusivo dove la classe media emergente gioca un ruolo centrale. In tale prospettiva, l’interesse suscitato presso la borghesia dall’apertura al pubblico dei musei nel Settecento si collega alle indagini dedicate al collezionismo d’arte nei circuiti delle classi medio-basse, che già da tempo hanno evidenziato l’esistenza di un mercato artistico alternativo a quello dei grandi collezionisti aristocratici..
Il pubblico dei musei di antichità nell’Europa del Settecento / Piva, C.. - In: IL CAPITALE CULTURALE. - ISSN 2039-2362. - supplemento n.9:(2019), pp. 47-81. [10.13138/2039-2362/2210]
Il pubblico dei musei di antichità nell’Europa del Settecento
C. Piva
2019
Abstract
Questo contributo intende riconsiderare il ruolo del pubblico nei musei di antichità nel Settecento. A questo scopo viene preso in esame il panorama europeo per capire cronologie diverse e questioni trasversali, incrociando dati provenienti sia dagli studi museali che dalle ricerche sui consumi culturali, sulla storia delle biblioteche e sulla storia dei giardini. Precedenti indagini sul pubblico dei musei nel XVIII secolo sono state di fatto fortemente condizionate dalle stesse fonti utilizzate per la ricostruzione delle modalità di visita. La letteratura di viaggio ha rappresentato infatti una delle poche fonti disponibili, ma rappresenta una fonte già in sé elitaria, in quanto seleziona a monte chi era in grado di finanziare la pubblicazione del resoconto della propria esperienza nel museo. L’autrice, dunque, mira piuttosto ad un confronto tra regolamenti museali e rari studi sui registri di accesso alle gallerie, secondo un approccio inclusivo dove la classe media emergente gioca un ruolo centrale. In tale prospettiva, l’interesse suscitato presso la borghesia dall’apertura al pubblico dei musei nel Settecento si collega alle indagini dedicate al collezionismo d’arte nei circuiti delle classi medio-basse, che già da tempo hanno evidenziato l’esistenza di un mercato artistico alternativo a quello dei grandi collezionisti aristocratici..File | Dimensione | Formato | |
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