During the 18th century, small papal towns provided few public educational opportunities in the artistic field. Young painters and architects usually joined local private workshops, attending lectures given by professionals who had instead complet-ed their education in Rome or in Bologna. One of these professionals was the Faenza painter and architect Giuseppe Boschi (1732-1802), who produced a series of manuscripts reflecting both the local taste and the general cultural situation of the Romagna region in the last years of the ancien régime.

Molto spesso nei centri minori del papato l’apprendimento dell’architettura non avveniva secondo la consueta prassi della copia diretta di celebri exempla da cui poi trarre spunto per personali elaborazioni . A contrario, quando non affidata ai religiosi , era ancora consuetudine in queste realtà avvici-narsi al mestiere apprendendo prima i rudimenti del disegno presso la bottega di un operatore in loco e solamente dopo specializzarsi nel settore delle costruzioni tramite un soggiorno di formazione presso una località artistica di prestigio: di solito o Roma o Bologna. Non tutti gli aspiranti architetti, però, godevano di una condizione economi-ca tale da sostenere gli esborsi occorrenti per una simile istruzione. Pertanto, la maggior parte dei poi capomastri e professionisti locali frequentava per lo più unicamente gli atelier di provincia: un circuito di vere e proprie ‘scuole’ normalmente gestite da privati, in cui si impartivano lezioni singole o di gruppo e si introducevano i neofiti del mestiere alla sua applicazione materiale attraverso tanto l’ausilio di pubblicazioni specifiche, quanto il supporto di dispense preparate dagli stessi docenti. In questi termini insegnò il «pittore ed architetto faentino» Giuseppe Boschi (1732-1802): un’attività testimoniata da diversi suoi manoscritti rimasti inediti i quali, nel loro complesso, sembrano tratteggiare una sorta di sussidiario delle Belle Arti : complementi meritevoli di nota non solo perché attestazioni precise dell’educazione artistica impartita in una regione periferica dello Stato della Chiesa nella seconda metà del XVIII secolo – nello specifico la Romagna – ma anche, e soprattutto, perché immagini puntuali della pratica del disegno nella sua accezione di strumento di investigazione, analisi e interpretazione degli organismi architettonici.

Uno studio d’architettura civile locale. Giuseppe Boschi e le «vere regole delle proporzioni armoniche» / Benincampi, Iacopo. - In: DICIOTTESIMO SECOLO. - ISSN 2531-4165. - 6(2021), pp. 111-119.

Uno studio d’architettura civile locale. Giuseppe Boschi e le «vere regole delle proporzioni armoniche»

Iacopo Benincampi
2021

Abstract

During the 18th century, small papal towns provided few public educational opportunities in the artistic field. Young painters and architects usually joined local private workshops, attending lectures given by professionals who had instead complet-ed their education in Rome or in Bologna. One of these professionals was the Faenza painter and architect Giuseppe Boschi (1732-1802), who produced a series of manuscripts reflecting both the local taste and the general cultural situation of the Romagna region in the last years of the ancien régime.
2021
Molto spesso nei centri minori del papato l’apprendimento dell’architettura non avveniva secondo la consueta prassi della copia diretta di celebri exempla da cui poi trarre spunto per personali elaborazioni . A contrario, quando non affidata ai religiosi , era ancora consuetudine in queste realtà avvici-narsi al mestiere apprendendo prima i rudimenti del disegno presso la bottega di un operatore in loco e solamente dopo specializzarsi nel settore delle costruzioni tramite un soggiorno di formazione presso una località artistica di prestigio: di solito o Roma o Bologna. Non tutti gli aspiranti architetti, però, godevano di una condizione economi-ca tale da sostenere gli esborsi occorrenti per una simile istruzione. Pertanto, la maggior parte dei poi capomastri e professionisti locali frequentava per lo più unicamente gli atelier di provincia: un circuito di vere e proprie ‘scuole’ normalmente gestite da privati, in cui si impartivano lezioni singole o di gruppo e si introducevano i neofiti del mestiere alla sua applicazione materiale attraverso tanto l’ausilio di pubblicazioni specifiche, quanto il supporto di dispense preparate dagli stessi docenti. In questi termini insegnò il «pittore ed architetto faentino» Giuseppe Boschi (1732-1802): un’attività testimoniata da diversi suoi manoscritti rimasti inediti i quali, nel loro complesso, sembrano tratteggiare una sorta di sussidiario delle Belle Arti : complementi meritevoli di nota non solo perché attestazioni precise dell’educazione artistica impartita in una regione periferica dello Stato della Chiesa nella seconda metà del XVIII secolo – nello specifico la Romagna – ma anche, e soprattutto, perché immagini puntuali della pratica del disegno nella sua accezione di strumento di investigazione, analisi e interpretazione degli organismi architettonici.
Romagna; Settecento; Giuseppe Boschi; architettura; arte; Faenza
01 Pubblicazione su rivista::01a Articolo in rivista
Uno studio d’architettura civile locale. Giuseppe Boschi e le «vere regole delle proporzioni armoniche» / Benincampi, Iacopo. - In: DICIOTTESIMO SECOLO. - ISSN 2531-4165. - 6(2021), pp. 111-119.
File allegati a questo prodotto
File Dimensione Formato  
Benincamp_Studio-architettura-civile_2021.pdf

accesso aperto

Tipologia: Versione editoriale (versione pubblicata con il layout dell'editore)
Licenza: Creative commons
Dimensione 2.63 MB
Formato Adobe PDF
2.63 MB Adobe PDF

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1590999
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact