L’articolo propone l’analisi linguistica di "Ricordi di Londra", uno dei fortunati reportage di viaggio scritti da Edmondo De Amicis negli anni Settanta dell’Ottocento: in particolare si mettono a confronto – dal punto di vista fonetico, morfologico, sintattico e lessicale – la prima edizione del 1874 e l’ultima, vivente l’autore, del 1901, valutando i mutamenti intercorsi tra le due redazioni e inquadrandoli all’interno della teoria e della prassi linguistica deamicisiana, nonché del panorama linguistico e della riflessione grammaticografica e lessicografica coevi. Si offre inoltre un raffronto con il testo presente in appendice al volume, "Una visita ai quartieri poveri di Londra" di L. L. Simonin, tradotto in italiano da mano anonima, la cui forma linguistica – certo non imputabile al De Amicis – appare in più punti orientata in direzione arcaizzante e conservativa. La lingua che traspare, invece, dalle pagine dei "Ricordi" suggerisce un manzonismo moderato, lontano dal purismo trecentista quanto dalle derive toscaniste dei seguaci più intransigenti del Manzoni: il fiorentino dell’uso vivo colto viene sanzionato, pur senza disdegnare l’allotropia né indulgere in forme che stravolgano le consuetudini della prosa letteraria italiana ormai consolidate, come fulcro imprescindibile di una lingua nazionale comune
I "Ricordi di Londra" di Edmondo De Amicis: un'analisi linguistica / Canazza, Alessandro. - In: ITALIANO LINGUADUE. - ISSN 2037-3597. - 11:1(2019), pp. 261-291. [10.13130/2037-3597/11855]
I "Ricordi di Londra" di Edmondo De Amicis: un'analisi linguistica
Alessandro Canazza
2019
Abstract
L’articolo propone l’analisi linguistica di "Ricordi di Londra", uno dei fortunati reportage di viaggio scritti da Edmondo De Amicis negli anni Settanta dell’Ottocento: in particolare si mettono a confronto – dal punto di vista fonetico, morfologico, sintattico e lessicale – la prima edizione del 1874 e l’ultima, vivente l’autore, del 1901, valutando i mutamenti intercorsi tra le due redazioni e inquadrandoli all’interno della teoria e della prassi linguistica deamicisiana, nonché del panorama linguistico e della riflessione grammaticografica e lessicografica coevi. Si offre inoltre un raffronto con il testo presente in appendice al volume, "Una visita ai quartieri poveri di Londra" di L. L. Simonin, tradotto in italiano da mano anonima, la cui forma linguistica – certo non imputabile al De Amicis – appare in più punti orientata in direzione arcaizzante e conservativa. La lingua che traspare, invece, dalle pagine dei "Ricordi" suggerisce un manzonismo moderato, lontano dal purismo trecentista quanto dalle derive toscaniste dei seguaci più intransigenti del Manzoni: il fiorentino dell’uso vivo colto viene sanzionato, pur senza disdegnare l’allotropia né indulgere in forme che stravolgano le consuetudini della prosa letteraria italiana ormai consolidate, come fulcro imprescindibile di una lingua nazionale comuneFile | Dimensione | Formato | |
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