Introduzione I livelli di contaminanti chimici ambientali, compresi i metalli tossici, possono essere valutati con metodologie strumentali e biologiche diverse. A questo proposito, l’ape può fungere da bioindicatore ambientale, con particolare riferimento alla qualità dell’aria [Pellecchia and Negri, 2018]. Ogni giorno, infatti, durante le attività di foraggiamento, le api raccolgono nettare, resine vegetali e acqua in un’area di 7 km2 attorno al loro alveare e possono entrare in contatto con inquinanti ambientali diversi, inclusi i metalli tossici [Astolfi et al., 2020,2021]. Inoltre, i contaminanti presenti in particelle di polvere o suolo possono essere captati dai corpi pelosi delle api e trasportati nell’alveare, influenzando così la composizione dei prodotti dell'alveare stesso [Astolfi et al., 2021]. L’ape e i suoi prodotti possono essere impiegati in attività di monitoraggio della qualità dell’aria con una maggiore efficacia di rilevazione rispetto alle centraline fisse e con il vantaggio di riuscire a superare alcuni limiti insiti nell’uso di metodologie strumentali quali l’alto costo delle apparecchiature e la necessità di personale specializzato [Astolfi et al., 2021]. Materiali e Metodi Campioni di api, cera, miele, polline, propoli e particolato atmosferico (PM10 e PM2.5) sono stati raccolti con cadenza bimestrale per un anno da sei apiari in Italia centrale. In ogni apiario sono stati considerati due alveari e i siti sono stati scelti in modo da rappresentare aree influenzate da diversi contributi di tipo antropico. In particolare, è stata selezionata Terni (TR) come area industriale, Roma [centro città (FAI), via Anagnina (MS), Malagrotta (MG) e Maccarese (MC)] come area urbana influenzata da diverse fonti emissive (traffico, combustione di biomasse, stoccaggio di rifiuti, attività aeroportuali e traffico navale) e Oriolo Romano (OR) in provincia di Viterbo come area rurale. Sono state determinate le concentrazioni di 40 elementi mediante spettroscopia a plasma accoppiato induttivamente con rivelazione di massa e i livelli di Hg tramite spettroscopia di fluorescenza atomica. I metodi utilizzati e le condizioni strumentali sono riportati in precedenti studi [Astolfi et al., 2020, 2021]. Risultati e Discussione I risultati hanno confermato una buona correlazione tra le concentrazioni elementari nel PM e quelle in api e cera per i traccianti del traffico veicolare e navale (Cu, Ni, Pb, Sb e V). I livelli di Hg hanno mostrato una distribuzione correlata all'attività antropica delle aree considerate (Figura 1). Inoltre, in accordo con le osservazioni di altri autori sulla capacità di barriera biologica delle api nei confronti della contaminazione del miele da Cd e Tl, le api sembrano funzionare anche come biofiltri per il Hg. Infatti, i livelli di Hg sono stati generalmente più bassi nei campioni del sito rurale (OR) e nel miele; e più alti nei siti a maggiore impatto antropico e nelle api. In particolare, le api hanno presentato una concentrazione media circa dieci volte superiore nei siti urbani di FAI (16.2 ± 2.7 µg kg-1), MG (16.2 ± 5.6 µg kg-1), e MS (17.8 ± 8.5 µg kg-1) rispetto al sito rurale di OR (1.76 ± 0.85 µg kg-1). Il livello di Hg più basso è stato rilevato nei campioni di miele di OR (0.91 ± 0.23 µg kg-1). Conclusioni e Bibliografia La cera potrebbe essere utilizzata per supportare studi di mappatura spaziale delle concentrazioni elementari in aria nel tempo. È interessante osservare che i risultati ottenuti confermano la capacità delle api di “filtrare” eventuali inquinanti atmosferici, limitandone il passaggio al miele, la cui composizione resta pressoché inalterata, anche se l’area di produzione è soggetta a diversi contributi di tipo antropico. I risultati hanno mostrato una maggiore concentrazione di Hg nelle api rispetto alle altre matrici e nelle aree con un maggiore impatto antropico rispetto al sito rurale. 1. Astolfi, M.L., Conti, M.E., Marconi, E., Massimi, L., Canepari, S., 2020. Effectiveness of different sample treatments for elemental characterization of bees and beehive products. Molecules, 25(18), 4263. 2. Astolfi, M.L., Conti, M.E., Ristorini, M., Frezzini, M.A., Massimi, L., Canepari, S., 2021. An analytical method for the biomonitoring of mercury in bees and beehive products by cold vapor atomic fluorescence spectrometry. Molecules, 26(16), 4878. 3. Pellecchia, M., Negri, I., 2018. Particulate matter collection by honey bees (Apis mellifera, L.) near to a cement factory in Italy. Peer J., 6, e5322.

L’ape e i suoi prodotti per valutare l’inquinamento ambientale da metalli tossici / Astolfi, Maria Luisa; Conti, Marcelo Enrique; Papi, Marco; Canepari, Silvia. - 1:(2021). (Intervento presentato al convegno 8i Incontri Mediterranei di Igiene Industriale. Cancerogeni negli ambienti di lavoro e di vita: monitoraggio ambientale, monitoraggio biologico e valutazione del rischio tenutosi a Siracusa, Italy).

L’ape e i suoi prodotti per valutare l’inquinamento ambientale da metalli tossici

Maria Luisa Astolfi
Primo
;
Marcelo Enrique Conti;Silvia Canepari
2021

Abstract

Introduzione I livelli di contaminanti chimici ambientali, compresi i metalli tossici, possono essere valutati con metodologie strumentali e biologiche diverse. A questo proposito, l’ape può fungere da bioindicatore ambientale, con particolare riferimento alla qualità dell’aria [Pellecchia and Negri, 2018]. Ogni giorno, infatti, durante le attività di foraggiamento, le api raccolgono nettare, resine vegetali e acqua in un’area di 7 km2 attorno al loro alveare e possono entrare in contatto con inquinanti ambientali diversi, inclusi i metalli tossici [Astolfi et al., 2020,2021]. Inoltre, i contaminanti presenti in particelle di polvere o suolo possono essere captati dai corpi pelosi delle api e trasportati nell’alveare, influenzando così la composizione dei prodotti dell'alveare stesso [Astolfi et al., 2021]. L’ape e i suoi prodotti possono essere impiegati in attività di monitoraggio della qualità dell’aria con una maggiore efficacia di rilevazione rispetto alle centraline fisse e con il vantaggio di riuscire a superare alcuni limiti insiti nell’uso di metodologie strumentali quali l’alto costo delle apparecchiature e la necessità di personale specializzato [Astolfi et al., 2021]. Materiali e Metodi Campioni di api, cera, miele, polline, propoli e particolato atmosferico (PM10 e PM2.5) sono stati raccolti con cadenza bimestrale per un anno da sei apiari in Italia centrale. In ogni apiario sono stati considerati due alveari e i siti sono stati scelti in modo da rappresentare aree influenzate da diversi contributi di tipo antropico. In particolare, è stata selezionata Terni (TR) come area industriale, Roma [centro città (FAI), via Anagnina (MS), Malagrotta (MG) e Maccarese (MC)] come area urbana influenzata da diverse fonti emissive (traffico, combustione di biomasse, stoccaggio di rifiuti, attività aeroportuali e traffico navale) e Oriolo Romano (OR) in provincia di Viterbo come area rurale. Sono state determinate le concentrazioni di 40 elementi mediante spettroscopia a plasma accoppiato induttivamente con rivelazione di massa e i livelli di Hg tramite spettroscopia di fluorescenza atomica. I metodi utilizzati e le condizioni strumentali sono riportati in precedenti studi [Astolfi et al., 2020, 2021]. Risultati e Discussione I risultati hanno confermato una buona correlazione tra le concentrazioni elementari nel PM e quelle in api e cera per i traccianti del traffico veicolare e navale (Cu, Ni, Pb, Sb e V). I livelli di Hg hanno mostrato una distribuzione correlata all'attività antropica delle aree considerate (Figura 1). Inoltre, in accordo con le osservazioni di altri autori sulla capacità di barriera biologica delle api nei confronti della contaminazione del miele da Cd e Tl, le api sembrano funzionare anche come biofiltri per il Hg. Infatti, i livelli di Hg sono stati generalmente più bassi nei campioni del sito rurale (OR) e nel miele; e più alti nei siti a maggiore impatto antropico e nelle api. In particolare, le api hanno presentato una concentrazione media circa dieci volte superiore nei siti urbani di FAI (16.2 ± 2.7 µg kg-1), MG (16.2 ± 5.6 µg kg-1), e MS (17.8 ± 8.5 µg kg-1) rispetto al sito rurale di OR (1.76 ± 0.85 µg kg-1). Il livello di Hg più basso è stato rilevato nei campioni di miele di OR (0.91 ± 0.23 µg kg-1). Conclusioni e Bibliografia La cera potrebbe essere utilizzata per supportare studi di mappatura spaziale delle concentrazioni elementari in aria nel tempo. È interessante osservare che i risultati ottenuti confermano la capacità delle api di “filtrare” eventuali inquinanti atmosferici, limitandone il passaggio al miele, la cui composizione resta pressoché inalterata, anche se l’area di produzione è soggetta a diversi contributi di tipo antropico. I risultati hanno mostrato una maggiore concentrazione di Hg nelle api rispetto alle altre matrici e nelle aree con un maggiore impatto antropico rispetto al sito rurale. 1. Astolfi, M.L., Conti, M.E., Marconi, E., Massimi, L., Canepari, S., 2020. Effectiveness of different sample treatments for elemental characterization of bees and beehive products. Molecules, 25(18), 4263. 2. Astolfi, M.L., Conti, M.E., Ristorini, M., Frezzini, M.A., Massimi, L., Canepari, S., 2021. An analytical method for the biomonitoring of mercury in bees and beehive products by cold vapor atomic fluorescence spectrometry. Molecules, 26(16), 4878. 3. Pellecchia, M., Negri, I., 2018. Particulate matter collection by honey bees (Apis mellifera, L.) near to a cement factory in Italy. Peer J., 6, e5322.
2021
8i Incontri Mediterranei di Igiene Industriale. Cancerogeni negli ambienti di lavoro e di vita: monitoraggio ambientale, monitoraggio biologico e valutazione del rischio
04 Pubblicazione in atti di convegno::04d Abstract in atti di convegno
L’ape e i suoi prodotti per valutare l’inquinamento ambientale da metalli tossici / Astolfi, Maria Luisa; Conti, Marcelo Enrique; Papi, Marco; Canepari, Silvia. - 1:(2021). (Intervento presentato al convegno 8i Incontri Mediterranei di Igiene Industriale. Cancerogeni negli ambienti di lavoro e di vita: monitoraggio ambientale, monitoraggio biologico e valutazione del rischio tenutosi a Siracusa, Italy).
File allegati a questo prodotto
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1587511
 Attenzione

Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo

Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact