Il silenzio di Gerione (Inferno XVI-XVII)

L’articolo propone l’analisi di un episodio della Commedia dantesca particolarmente sfuggente: l’impegnativo giuramento che precede la comparsa del guardiano di Malebolge, Gerione (Inferno XVI, 124-36). Attraverso un esame delle fonti figurative e concettuali che possono aver contribuito alla costruzione del corpo multiforme di Gerione, si suggerisce di interpretare l’appello al lettore che chiude il canto XVI dell’Inferno come il luogo del poema in cui viene a definirsi la speciale qualità della poesia della Commedia: in essa il rapporto tra ‘lettera’ e verità non si esaurisce entro un tradizionale schema allegorico, ma si configura come elaborazione di concetti sotto forma di immagini immediatamente vere.