In questo contributo si intende affrontare il tema del rapporto tra pensiero cognitivo e costruzione di figure anamorfiche, fantastiche e virtuali dell’antica Mesopotamia. Si tratterà dunque di percorrere ancora una traccia sulla “via delle forme”225 e sulla “forma del tempo”, ma sottolineando in che modo alcuni temi del pensiero mitopoietico del Vicino Oriente antico abbiano trapassato quello razionale e la rappresentazione realistica con potenti figurae metafisiche che non sono solo state provocate dalla causalità dell’adattamento, e né costituiscono una riproduzione meccanica dell’esperienza. Tali figure anamorfiche, immaginarie e virtuali del pensiero mitopoietico documentano piuttosto l’universalità, la modularità, la complementarietà dell’azione percettiva che cambia sensibilmente in rapporto al contesto storico e culturale, che in questo modo fonda, trasforma e trasmette le sue emozioni, il suo ricordo, la sua memoria. Si tratta dunque di segnare altri margini del pensiero visivo228, indagando sull’anamorfismo, sull’immaginario e sul potenziale come distorsioni coscienti (consapevoli) dell’attività percettiva operate sulla realtà, e dunque come mappe sensoriali, autopoietiche e dai contorni sfumati, prodotte in uno specifico contesto storico, politico ed economico.
Mente primitiva, comportamentismo e processi di apprendimento distribuiti. In memoria di Jurgis Baltrušaiti, dell’anamorfosi, dell’immaginario e del virtuale / Ramazzotti, Marco. - In: ARETÈ. - ISSN 2531-6249. - 1:1(2021), pp. 143-155.
Mente primitiva, comportamentismo e processi di apprendimento distribuiti. In memoria di Jurgis Baltrušaiti, dell’anamorfosi, dell’immaginario e del virtuale
Marco Ramazzotti
Writing – Review & Editing
2021
Abstract
In questo contributo si intende affrontare il tema del rapporto tra pensiero cognitivo e costruzione di figure anamorfiche, fantastiche e virtuali dell’antica Mesopotamia. Si tratterà dunque di percorrere ancora una traccia sulla “via delle forme”225 e sulla “forma del tempo”, ma sottolineando in che modo alcuni temi del pensiero mitopoietico del Vicino Oriente antico abbiano trapassato quello razionale e la rappresentazione realistica con potenti figurae metafisiche che non sono solo state provocate dalla causalità dell’adattamento, e né costituiscono una riproduzione meccanica dell’esperienza. Tali figure anamorfiche, immaginarie e virtuali del pensiero mitopoietico documentano piuttosto l’universalità, la modularità, la complementarietà dell’azione percettiva che cambia sensibilmente in rapporto al contesto storico e culturale, che in questo modo fonda, trasforma e trasmette le sue emozioni, il suo ricordo, la sua memoria. Si tratta dunque di segnare altri margini del pensiero visivo228, indagando sull’anamorfismo, sull’immaginario e sul potenziale come distorsioni coscienti (consapevoli) dell’attività percettiva operate sulla realtà, e dunque come mappe sensoriali, autopoietiche e dai contorni sfumati, prodotte in uno specifico contesto storico, politico ed economico.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.