Giulio di Piero Pippi de’ Iannuzzi, detto Romano, viene chiamato a Mantova nell’ottobre del 1524, in quanto collaboratore di Raffaello e per intercessione di Baldassarre Castiglione, che lo accompagna. Nel giro di pochi anni è nominato sovraintendente alle fabbriche dei Gonzaga oltre che vicario di corte e gradualmente i suoi compiti come architetto divengono prioritari. È in questa veste che Tiziano Vecellio lo ritrae in un dipinto a olio su tela conservato a Palazzo Te, realizzato probabilmente a Mantova durante il suo soggiorno tra il 1536 e il 1538 ( g.1)3. Al di là delle intricate vicende storiche e della intrinseca qualità pittorica, questo quadro presenta un interesse iconografico in relazione alla tipologia del ritratto di artista/architetto. Parallelamente, il progetto di edi cio a pianta centrale che Giulio impugna nel quadro costituisce un modello architettonico originale di cui si ignorano ragione e collocazione. Tale progetto è qui sottoposto a un ridisegno critico digitale e ne viene proposta una ricostruzione ipotetica dell’alzato, tramite la quale si prova a gettare luce sull’opera e sugli intenti di Giulio Romano (e di Tiziano).
«Le seste nelle mani». Analisi e ricostruzione del progetto nel Ritratto di Giulio Romano / Carpiceci, Marco; Colonnese, Fabio. - In: ATTI DELL'ACCADEMIA NAZIONALE DI SAN LUCA. - ISSN 2239-8341. - (2021), pp. 227-237.
«Le seste nelle mani». Analisi e ricostruzione del progetto nel Ritratto di Giulio Romano
Marco Carpiceci;Fabio Colonnese
2021
Abstract
Giulio di Piero Pippi de’ Iannuzzi, detto Romano, viene chiamato a Mantova nell’ottobre del 1524, in quanto collaboratore di Raffaello e per intercessione di Baldassarre Castiglione, che lo accompagna. Nel giro di pochi anni è nominato sovraintendente alle fabbriche dei Gonzaga oltre che vicario di corte e gradualmente i suoi compiti come architetto divengono prioritari. È in questa veste che Tiziano Vecellio lo ritrae in un dipinto a olio su tela conservato a Palazzo Te, realizzato probabilmente a Mantova durante il suo soggiorno tra il 1536 e il 1538 ( g.1)3. Al di là delle intricate vicende storiche e della intrinseca qualità pittorica, questo quadro presenta un interesse iconografico in relazione alla tipologia del ritratto di artista/architetto. Parallelamente, il progetto di edi cio a pianta centrale che Giulio impugna nel quadro costituisce un modello architettonico originale di cui si ignorano ragione e collocazione. Tale progetto è qui sottoposto a un ridisegno critico digitale e ne viene proposta una ricostruzione ipotetica dell’alzato, tramite la quale si prova a gettare luce sull’opera e sugli intenti di Giulio Romano (e di Tiziano).File | Dimensione | Formato | |
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