By putting together materiality, perception,and intervention on a geographic environment in the same visual representation, the map gives evidence to both the factual and imaginary features of a territory. Thus, the map is a crucial device for interrogating both reality and imagination. But precisely how does the map situate itself between reality and imagination? What kinds of powers does this positioning involve? And who exerts these powers? This article stems from such questions, which are discussed by acknowledging the recent theoretical and empirical advancements in the field of map studies. After introducing new theorisation and research in the field of cartography, the article will engage with an empirical application, namely the cartographic production regarding the Fascist colonial experience. In particular, I will address the case study of Ethiopian borders, which were progressively erased in cartographic products well before Italian settlement. This analysis will offer a paradigmatic case study to show the social climate within which colonial events unfolded, as well as the performances of cartography in the public space open-ed between collectivity and authority.

Facendo convivere nella medesima rappresentazione visiva la materialità dell’ambiente geografico, la sua percezione nonché i progetti di intervento per ottimizzarne lo sfruttamento, la carta geografica dà evidenza sia al piano della realtà esperibile che a quello dell’immaginario. Rappresenta quindi un dispositivo privilegiato per indagarli entrambi. Ma come si colloca la rappresentazione cartografica nel rapporto tra realtà e immaginario? Quali forme di potere subisce? E quali esercita? Questi sono gli interrogativi da cui muove lo studio, che li affronta accogliendo con favore il rinnovamento del repertorio teorico e delle prassi di lavoro a cui sono andati incontro in questi ultimi anni i map studies. Dopo averne dato conto nella prima parte dell’articolo, questa ricerca si applica a uno specifico caso di studio tratto dall’esperienza coloniale fascista: la rappresentazione dei confini dell’Etiopia, progressivamente eliminati dai prodotti cartografici ben prima dell’occupazione italiana del paese.

Confini coloniali e performatività della carta geografica / Boria, Edoardo. - In: FROM THE EUROPEAN SOUTH. - ISSN 2531-4130. - 8(2021), pp. 107-129.

Confini coloniali e performatività della carta geografica

Boria Edoardo
2021

Abstract

By putting together materiality, perception,and intervention on a geographic environment in the same visual representation, the map gives evidence to both the factual and imaginary features of a territory. Thus, the map is a crucial device for interrogating both reality and imagination. But precisely how does the map situate itself between reality and imagination? What kinds of powers does this positioning involve? And who exerts these powers? This article stems from such questions, which are discussed by acknowledging the recent theoretical and empirical advancements in the field of map studies. After introducing new theorisation and research in the field of cartography, the article will engage with an empirical application, namely the cartographic production regarding the Fascist colonial experience. In particular, I will address the case study of Ethiopian borders, which were progressively erased in cartographic products well before Italian settlement. This analysis will offer a paradigmatic case study to show the social climate within which colonial events unfolded, as well as the performances of cartography in the public space open-ed between collectivity and authority.
2021
Facendo convivere nella medesima rappresentazione visiva la materialità dell’ambiente geografico, la sua percezione nonché i progetti di intervento per ottimizzarne lo sfruttamento, la carta geografica dà evidenza sia al piano della realtà esperibile che a quello dell’immaginario. Rappresenta quindi un dispositivo privilegiato per indagarli entrambi. Ma come si colloca la rappresentazione cartografica nel rapporto tra realtà e immaginario? Quali forme di potere subisce? E quali esercita? Questi sono gli interrogativi da cui muove lo studio, che li affronta accogliendo con favore il rinnovamento del repertorio teorico e delle prassi di lavoro a cui sono andati incontro in questi ultimi anni i map studies. Dopo averne dato conto nella prima parte dell’articolo, questa ricerca si applica a uno specifico caso di studio tratto dall’esperienza coloniale fascista: la rappresentazione dei confini dell’Etiopia, progressivamente eliminati dai prodotti cartografici ben prima dell’occupazione italiana del paese.
cartografia; fascismo; confini; colonie; visualità; cartography; Fascism; borders; colonies; visuality
01 Pubblicazione su rivista::01a Articolo in rivista
Confini coloniali e performatività della carta geografica / Boria, Edoardo. - In: FROM THE EUROPEAN SOUTH. - ISSN 2531-4130. - 8(2021), pp. 107-129.
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