Il presente contributo mira a illustrare come, partendo dall’architettura romana, in particolare quella esistente nella città di Roma, sia stata data importanza alle forme geometriche curve (propriamente le esedre), per disegnare lo spazio urbano. Tale elemento caratteristico si è riproposto nelle diverse epoche, declinandosi sempre alla luce di soluzioni innovative, seppur collegate al passato, e costantemente in dialogo con l’intima vocazione dei luoghi. La capacità di utilizzare forme geometriche curve che, meglio di altre, sembrano ‘accogliere’ lo spazio, ha posto importanti basi storiche e formali nella cultura romana che potrebbero aver condizionato il disegno urbano e lo sviluppo di parti rilevanti dell’Urbe. L’idea, ancora da approfondire, è che esista un denominatore comune che, in modo assai complesso, diviene il dato identificativo della città stessa e, come dice Roberto De Rubertis nel libro Darwin architetto, può determinare una sorta di selezione naturale dove alcuni tratti o elementi risultano essere dominanti e decisivi venendo reiterati fino a incarnare l’anima della città stessa. La curva, in questo caso l’esedra, amplifica lo spazio e crea occasione di scambio e connessione. Laddove la linea retta crea un movimento legato idealmente alla progressione, la curva diventa invece un luogo organizzato, spesso legato alla sensazione dell’accogliere e del ricevere, sia per la vita pubblica, sia come quinta scenica, sia come luogo. Obiettivo di questa ricerca è quello di cercare, e quindi trovare, i collegamenti logici tra le forme e il disegno di architettura, studiando gli effetti che questi luoghi inducono nell’inconscio collettivo e tentando anche di delineare, attraverso alcuni esempi qualificanti, un excursus temporale e percettivo, di carattere culturale e psicologico, fra l’uomo dell’antichità e quello della contemporaneità.
Exedra: il disegno dello spazio romano tra geometria e percezione / Ribichini, Luca; Rocco Panetta, Vito; Schiavo, Antonio; Tarquini, Lorenzo; Valcerca, Ivan. - (2021), pp. 1063-1084. (Intervento presentato al convegno 42° Convegno Internazionale dei Docenti delle Discipline della Rappresentazione Congresso della Unione Italiana per il Disegno tenutosi a Reggio Calabria).
Exedra: il disegno dello spazio romano tra geometria e percezione
Luca Ribichini
Writing – Review & Editing
;Antonio SchiavoWriting – Original Draft Preparation
;Lorenzo TarquiniWriting – Original Draft Preparation
;Ivan ValcercaMembro del Collaboration Group
2021
Abstract
Il presente contributo mira a illustrare come, partendo dall’architettura romana, in particolare quella esistente nella città di Roma, sia stata data importanza alle forme geometriche curve (propriamente le esedre), per disegnare lo spazio urbano. Tale elemento caratteristico si è riproposto nelle diverse epoche, declinandosi sempre alla luce di soluzioni innovative, seppur collegate al passato, e costantemente in dialogo con l’intima vocazione dei luoghi. La capacità di utilizzare forme geometriche curve che, meglio di altre, sembrano ‘accogliere’ lo spazio, ha posto importanti basi storiche e formali nella cultura romana che potrebbero aver condizionato il disegno urbano e lo sviluppo di parti rilevanti dell’Urbe. L’idea, ancora da approfondire, è che esista un denominatore comune che, in modo assai complesso, diviene il dato identificativo della città stessa e, come dice Roberto De Rubertis nel libro Darwin architetto, può determinare una sorta di selezione naturale dove alcuni tratti o elementi risultano essere dominanti e decisivi venendo reiterati fino a incarnare l’anima della città stessa. La curva, in questo caso l’esedra, amplifica lo spazio e crea occasione di scambio e connessione. Laddove la linea retta crea un movimento legato idealmente alla progressione, la curva diventa invece un luogo organizzato, spesso legato alla sensazione dell’accogliere e del ricevere, sia per la vita pubblica, sia come quinta scenica, sia come luogo. Obiettivo di questa ricerca è quello di cercare, e quindi trovare, i collegamenti logici tra le forme e il disegno di architettura, studiando gli effetti che questi luoghi inducono nell’inconscio collettivo e tentando anche di delineare, attraverso alcuni esempi qualificanti, un excursus temporale e percettivo, di carattere culturale e psicologico, fra l’uomo dell’antichità e quello della contemporaneità.File | Dimensione | Formato | |
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Tarquini_Exedra-disegno-spazio_2021.pdf
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Note: https://www.francoangeli.it/Ricerca/scheda_libro.aspx?Id=26603
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