L’esistenza di un nome segreto accanto a quello noto è documentata sin dall’antichità in molte civiltà. Lo scopo di questo stratagemma era di evitare che chicchessia potesse servirsi della conoscenza del vero nome per recare danno alla persona o alla cosa, che si ritenevano fossero tutt’uno con il nome che portavano. Ciò si può riscontrare anche a Roma, in cui il nome era anche un fattore importantissimo nel rapporto tra i Romani e gli dei, rapporto caratterizzato da grande prudenza e dall’uso di formule volte a scansare ogni possibile rischio di errori o fraintendimenti, anche involontari. L’altro nome di Roma era tenuto occulto per evitare che un nemico se ne potesse servire per mettere in pericolo l’esistenza della città: dall’episodio legato a Valerio Sorano risulta che chi osava rivelarlo era punito con la morte; il nome sarebbe stato custodito da una dea misteriosa, Angerona, rappresentata con la bocca fasciata da una benda. Vi era anche un altro nome segreto, altrettanto importante: quello della divinità tutelare di Roma, custodito per evitare che essa fosse evocata dalla città, proprio come i Romani avevano fatto tante volte nei confronti delle città conquistate. Le ipotesi circa il nome segreto di Roma sono state molte, sia nell’antichità che in tempi più recenti; la più affascinante sottolinea lo stretto rapporto tra Roma e la sua progenitrice mitica, Venere. È verosimile ritenere che esso fosse conosciuto dal solo pontefice massimo.
Il nome segreto di Roma / Ferri, G. - 2:(2009), pp. 45-60. (Intervento presentato al convegno L'onomastica di Roma. Ventotto secoli di nomi tenutosi a Roma).
Il nome segreto di Roma
FERRI G
2009
Abstract
L’esistenza di un nome segreto accanto a quello noto è documentata sin dall’antichità in molte civiltà. Lo scopo di questo stratagemma era di evitare che chicchessia potesse servirsi della conoscenza del vero nome per recare danno alla persona o alla cosa, che si ritenevano fossero tutt’uno con il nome che portavano. Ciò si può riscontrare anche a Roma, in cui il nome era anche un fattore importantissimo nel rapporto tra i Romani e gli dei, rapporto caratterizzato da grande prudenza e dall’uso di formule volte a scansare ogni possibile rischio di errori o fraintendimenti, anche involontari. L’altro nome di Roma era tenuto occulto per evitare che un nemico se ne potesse servire per mettere in pericolo l’esistenza della città: dall’episodio legato a Valerio Sorano risulta che chi osava rivelarlo era punito con la morte; il nome sarebbe stato custodito da una dea misteriosa, Angerona, rappresentata con la bocca fasciata da una benda. Vi era anche un altro nome segreto, altrettanto importante: quello della divinità tutelare di Roma, custodito per evitare che essa fosse evocata dalla città, proprio come i Romani avevano fatto tante volte nei confronti delle città conquistate. Le ipotesi circa il nome segreto di Roma sono state molte, sia nell’antichità che in tempi più recenti; la più affascinante sottolinea lo stretto rapporto tra Roma e la sua progenitrice mitica, Venere. È verosimile ritenere che esso fosse conosciuto dal solo pontefice massimo.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


