The strip of sea guarded by Charybdis and Scylla is the bearer of a risky prophecy: the ship or men. Passed from the second out of pride, six companions of Odysseus lose their lives devoured by the monster with serpentine legs who had been a splendid nymph. There is no escape. After his men are killed for capturing Helium’s armaments, Ulysses’ ship is drawn to the whirlpool of Charybdis. Salvation is brought to him by a fig that emerges from the water and allows him to recover the ship once it has resurfaced. The subsequent landing in Ogygia reserves the forced love of Calypso for the hero. The Nereid manages to keep him with her for seven years, even offering him immortality, but in the heart of Odysseus the call of Ithaca is strong. When he manages to leave on a makeshift raft, landing on the island of the Phaeacians is almost mandatory. Here Ulysses finds the hospitality of Alcino who, moved by the vicissitudes that the attempt to return to his homeland has reserved for him, offers the castaway a ship to conclude the journey. Odysseus’ marvelous game of deception triumphs beyond blood in Ithaca. Go back to Penelope. The restlessness becomes unbearable. Once again, he escapes into the sea of imagination.

Il lembo di mare presidiato da Cariddi e Scilla è portatore di un vaticinio rischioso: la nave o gli uomini. Passati dal secondo per moto d’orgoglio, sei compagni di Odisseo perdono la vita divorati dal mostro con gambe serpentine che era stato una splendida ninfa. Non c’è scampo. Dopo che i suoi uomini vengono uccisi per aver catturato gli armamenti di Elio, la nave di Ulisse è attratta dal gorgo di Cariddi. La salvezza gli è porta da un fico che sbuca dall’acqua e gli consente di recuperare la nave una volta riemersa. L’approdo successivo ad Ogigia riserva all’eroe l’amore forzato di Calipso. La nereide riesce a tenerlo con sé per sette anni offrendogli addirittura l’immortalità, ma nel cuore di Odisseo il richiamo di Itaca è forte. Quando riesce a ripartire con una zattera di fortuna l’approdo all’isola dei Feaci è quasi obbligatorio. Qui Ulisse trova l’ospitalità di Alcino che, intenerito dalle peripezie che il tentativo di tornare in patria gli ha riservato, offre al naufrago una nave per concludere il viaggio. Il meraviglioso gioco di inganni di Odisseo trionfa oltre il sangue a Itaca. Torna da Penelope. L’inquietudine diventa insostenibile. Ancora una volta fugge, così, nel mare dell’immaginazione.

Il viaggio di Ulisse / Arcopinto, Luigi. - In: DROMOS. - ISSN 2239-6284. - 05(2021), pp. 6-7.

Il viaggio di Ulisse

Arcopinto, Luigi
2021

Abstract

The strip of sea guarded by Charybdis and Scylla is the bearer of a risky prophecy: the ship or men. Passed from the second out of pride, six companions of Odysseus lose their lives devoured by the monster with serpentine legs who had been a splendid nymph. There is no escape. After his men are killed for capturing Helium’s armaments, Ulysses’ ship is drawn to the whirlpool of Charybdis. Salvation is brought to him by a fig that emerges from the water and allows him to recover the ship once it has resurfaced. The subsequent landing in Ogygia reserves the forced love of Calypso for the hero. The Nereid manages to keep him with her for seven years, even offering him immortality, but in the heart of Odysseus the call of Ithaca is strong. When he manages to leave on a makeshift raft, landing on the island of the Phaeacians is almost mandatory. Here Ulysses finds the hospitality of Alcino who, moved by the vicissitudes that the attempt to return to his homeland has reserved for him, offers the castaway a ship to conclude the journey. Odysseus’ marvelous game of deception triumphs beyond blood in Ithaca. Go back to Penelope. The restlessness becomes unbearable. Once again, he escapes into the sea of imagination.
2021
Il lembo di mare presidiato da Cariddi e Scilla è portatore di un vaticinio rischioso: la nave o gli uomini. Passati dal secondo per moto d’orgoglio, sei compagni di Odisseo perdono la vita divorati dal mostro con gambe serpentine che era stato una splendida ninfa. Non c’è scampo. Dopo che i suoi uomini vengono uccisi per aver catturato gli armamenti di Elio, la nave di Ulisse è attratta dal gorgo di Cariddi. La salvezza gli è porta da un fico che sbuca dall’acqua e gli consente di recuperare la nave una volta riemersa. L’approdo successivo ad Ogigia riserva all’eroe l’amore forzato di Calipso. La nereide riesce a tenerlo con sé per sette anni offrendogli addirittura l’immortalità, ma nel cuore di Odisseo il richiamo di Itaca è forte. Quando riesce a ripartire con una zattera di fortuna l’approdo all’isola dei Feaci è quasi obbligatorio. Qui Ulisse trova l’ospitalità di Alcino che, intenerito dalle peripezie che il tentativo di tornare in patria gli ha riservato, offre al naufrago una nave per concludere il viaggio. Il meraviglioso gioco di inganni di Odisseo trionfa oltre il sangue a Itaca. Torna da Penelope. L’inquietudine diventa insostenibile. Ancora una volta fugge, così, nel mare dell’immaginazione.
Ulisse; viaggio; Scilla; Cariddi; Calypso; Mediterraneo; immaginazione
01 Pubblicazione su rivista::01a Articolo in rivista
Il viaggio di Ulisse / Arcopinto, Luigi. - In: DROMOS. - ISSN 2239-6284. - 05(2021), pp. 6-7.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1569221
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