In questo breve documento si è tentato di analizzare l’importanza emergente, soprattutto negli ultimi anni e in numerosi ambiti di applicazione, di politiche ispirate al principio di riduzione del danno, a sostegno degli strumenti classici a disposizione del Regolatore per la tutela della salute dei cittadini (la prevenzione primaria, in primo luogo). Per quanto la prevenzione e la lotta ai comportamenti disfunzionali rimangano una priorità, il percorso verso la difesa e l’accrescimento del benessere sociale può contare su politiche coadiuvanti, in grado di rendere più comprensivi ed efficaci gli sforzi di tutela, generando effetti positivi su una porzione più ampia di popolazione. Rendendo disponibili, conosciute e preferibili alternative a potenziale rischio ridotto per quei comportamenti, consumi e/o processi in grado di generare potenzialmente esternalità negative, il benessere sociale aumenterebbe, anche a parità di politiche preventive, divieti o livello di pressione fiscale sui prodotti o comportamenti caratterizzati da tali esternalità. Il sistema di soggetti da coinvolgere per una efficace politica ispirata al principio di riduzione del danno (Istituzioni, imprese e cittadini), va coordinato con molta cura, gestendone con precisione i ruoli sia per garantire la creazione delle giuste procedure di definizione delle politiche, sia per garantire la partecipazione dei soggetti pubblici e privati per l’attuazione della stessa, sia, infine, per diffondere in maniera corretta ed efficace adeguate informazioni a riguardo. In situazioni di incertezza, in cui il Regolatore potrebbe essere spinto a prediligere azioni ispirate a un principio di cautela, occorre tenere presente e valutare il peso del rischio associato alla situazione di stallo. Il rischio dell’inazione o di posizioni non chiare e definite è di rendere soluzioni alternative, già disponibili in molti ambiti di applicazione, di difficile accesso e comprensione, quando le stesse potrebbero invece rappresentare una strada concreta per la riduzione del danno, e dunque essere preferibili sia per il singolo cittadino sia per gli obiettivi di tutela della salute pubblica.

IL PRINCIPIO DELLA RIDUZIONE DEL DANNO PER LA REGOLAMENTAZIONE DI PRODOTTI E ATTIVITA' A RISCHIO PER LA SALUTE. REDATTO NELL'AMBITO DI UN WORKING GROUP PRESSO "THE EUROPEAN HOUSE AMBROSETTI / Fara, Gm. - (2016), pp. 1-20.

IL PRINCIPIO DELLA RIDUZIONE DEL DANNO PER LA REGOLAMENTAZIONE DI PRODOTTI E ATTIVITA' A RISCHIO PER LA SALUTE. REDATTO NELL'AMBITO DI UN WORKING GROUP PRESSO "THE EUROPEAN HOUSE AMBROSETTI

FARA GM
2016

Abstract

In questo breve documento si è tentato di analizzare l’importanza emergente, soprattutto negli ultimi anni e in numerosi ambiti di applicazione, di politiche ispirate al principio di riduzione del danno, a sostegno degli strumenti classici a disposizione del Regolatore per la tutela della salute dei cittadini (la prevenzione primaria, in primo luogo). Per quanto la prevenzione e la lotta ai comportamenti disfunzionali rimangano una priorità, il percorso verso la difesa e l’accrescimento del benessere sociale può contare su politiche coadiuvanti, in grado di rendere più comprensivi ed efficaci gli sforzi di tutela, generando effetti positivi su una porzione più ampia di popolazione. Rendendo disponibili, conosciute e preferibili alternative a potenziale rischio ridotto per quei comportamenti, consumi e/o processi in grado di generare potenzialmente esternalità negative, il benessere sociale aumenterebbe, anche a parità di politiche preventive, divieti o livello di pressione fiscale sui prodotti o comportamenti caratterizzati da tali esternalità. Il sistema di soggetti da coinvolgere per una efficace politica ispirata al principio di riduzione del danno (Istituzioni, imprese e cittadini), va coordinato con molta cura, gestendone con precisione i ruoli sia per garantire la creazione delle giuste procedure di definizione delle politiche, sia per garantire la partecipazione dei soggetti pubblici e privati per l’attuazione della stessa, sia, infine, per diffondere in maniera corretta ed efficace adeguate informazioni a riguardo. In situazioni di incertezza, in cui il Regolatore potrebbe essere spinto a prediligere azioni ispirate a un principio di cautela, occorre tenere presente e valutare il peso del rischio associato alla situazione di stallo. Il rischio dell’inazione o di posizioni non chiare e definite è di rendere soluzioni alternative, già disponibili in molti ambiti di applicazione, di difficile accesso e comprensione, quando le stesse potrebbero invece rappresentare una strada concreta per la riduzione del danno, e dunque essere preferibili sia per il singolo cittadino sia per gli obiettivi di tutela della salute pubblica.
2016
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1568697
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