Il patrimonio storico europeo è sempre più spesso minacciato da fattori di disturbo, naturali e antropogenici, mentre assistiamo all’inarrestabile cre-scita del corpus dell’eredità e del suo pubblico. Le politiche europee sono di-rette ad affrontare le sfide della contemporaneità proprio attraverso il pa-trimonio culturale, a cui viene riconosciuto il ruolo di strumento di dialogo tra i popoli. Questo porta ad invocare strategie di “conservazione attiva”, in grado di assicurare una maggiore continuità tra i paesaggi archeologici e i paesaggi del quotidiano. La ricerca intende esplorare un approccio interdisciplinare finalizzato al mantenimento della vitalità del patrimonio storico e dei suoi contesti, che integri aspetti culturali ed ecologici, conservazione e valorizzazione. Guar-dando al paesaggio come mosaico mutevole, sistema di sistemi in equilibrio dinamico, è possibile intendere il disturbo come un evento che certo altera un luogo, ma allo stesso tempo genera ricchezza. Il rapporto tra area archeologica e contesto si manifesta nelle zone di margine che circondano le aree su cui insistono le permanenze; queste pos-sono essere considerate, anziché semplicemente come contorni, come zone di penetrazione da parte delle comunità, zone di frontiera e dunque di co-municazione e di scambio, necessarie alla sopravvivenza stessa dei siti. Tale approccio si rivela di fondamentale importanza in tutti i casi in cui le aree ar-cheologiche si trovano a contatto diretto con la città e le pressioni che ne de-rivano. In tali casi il margine può essere ripensato come interfaccia funzionale ecologica e paesaggistica, come membrana porosa che trattiene e che lascia fluire allo stesso tempo, nella quale avviene lo scambio delle sostanze che concorrono a nutrire la vitalità delle aree archeologiche e, attraverso questa, dei contesti. Per far sì che conservazione e valorizzazione dei resti archeologi-ci e del paesaggio possano concorrere alla definizione di una continuità spa-ziale e temporale interrotta, si propone la ricerca di una permeabilità che sia allo stesso tempo ecologica, acustica e visuale.
Margine vivo. Verso un'ecologia del patrimonio / Gilistro, Magali. - (2020 Feb 27).
Margine vivo. Verso un'ecologia del patrimonio
GILISTRO, MAGALI
27/02/2020
Abstract
Il patrimonio storico europeo è sempre più spesso minacciato da fattori di disturbo, naturali e antropogenici, mentre assistiamo all’inarrestabile cre-scita del corpus dell’eredità e del suo pubblico. Le politiche europee sono di-rette ad affrontare le sfide della contemporaneità proprio attraverso il pa-trimonio culturale, a cui viene riconosciuto il ruolo di strumento di dialogo tra i popoli. Questo porta ad invocare strategie di “conservazione attiva”, in grado di assicurare una maggiore continuità tra i paesaggi archeologici e i paesaggi del quotidiano. La ricerca intende esplorare un approccio interdisciplinare finalizzato al mantenimento della vitalità del patrimonio storico e dei suoi contesti, che integri aspetti culturali ed ecologici, conservazione e valorizzazione. Guar-dando al paesaggio come mosaico mutevole, sistema di sistemi in equilibrio dinamico, è possibile intendere il disturbo come un evento che certo altera un luogo, ma allo stesso tempo genera ricchezza. Il rapporto tra area archeologica e contesto si manifesta nelle zone di margine che circondano le aree su cui insistono le permanenze; queste pos-sono essere considerate, anziché semplicemente come contorni, come zone di penetrazione da parte delle comunità, zone di frontiera e dunque di co-municazione e di scambio, necessarie alla sopravvivenza stessa dei siti. Tale approccio si rivela di fondamentale importanza in tutti i casi in cui le aree ar-cheologiche si trovano a contatto diretto con la città e le pressioni che ne de-rivano. In tali casi il margine può essere ripensato come interfaccia funzionale ecologica e paesaggistica, come membrana porosa che trattiene e che lascia fluire allo stesso tempo, nella quale avviene lo scambio delle sostanze che concorrono a nutrire la vitalità delle aree archeologiche e, attraverso questa, dei contesti. Per far sì che conservazione e valorizzazione dei resti archeologi-ci e del paesaggio possano concorrere alla definizione di una continuità spa-ziale e temporale interrotta, si propone la ricerca di una permeabilità che sia allo stesso tempo ecologica, acustica e visuale.File | Dimensione | Formato | |
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